TORINO – Il Nobel per la Fisica parla anche italiano. Fra i tre ricercatori premiati, infatti, c’è Giorgio Parisi per il suo contributo innovativo “alla nostra comprensione dei sistemi fisici complessi”. Nello specifico, Parisi ha ricevuto il riconoscimento “per la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici da scala atomica a scala planetaria”.
Per quanto la materia possa essere ostica ai più, il Nobel a Parisi è celebrato in patria con una vera e propria festa. A partire dalla ‘sua’ università, La Sapienza, dove sulla facciata dell’Istituto Fisico Guglielmo Marconi è stato appeso lo striscione “It’s coming Rome. Congratulazioni Giorgio”, richiamando la frase scandita dopo la vittoria dell’Italia agli europei di calcio. E la rettrice Antonella Polimeni sottolinea a LaPresse come Parisi sia “un gigante, il nostro ateneo è orgoglioso, ma è un orgoglio dell’intero Paese”. Aggiungendo, però, che “l’Italia si deve impegnare sempre di più a valorizzare le sue eccellenze, che esistono e devono essere messe in condizione di lavorare al meglio”.
A celebrare il fisico è davvero tutto il Paese, a partire dal capo dello Stato Sergio Mattarella che ha espresso soddisfazione per un riconoscimento che rende onore all’Italia e alla sua comunità scientifica. Parisi incassa i complimenti anche del presidente del consiglio Draghi, che lo riceverà presto a Palazzo Chigi. E poi la ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, che parla di una “giornata storica per l’Italia”, sottolineando la “passione che non lo ha mai abbandonato”. Per non parlare del mondo della scienza, che dall’Istituto nazionale di fisica nucleare alla presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza, si compatta per parlare del suo “imponente lavoro” e per ringraziarlo “sentitamente per il contributo fondamentale nello studio dei sistemi complessi disordinati”. Un trionfo, insomma, che però permette anche di sottolineare alcune difficoltà della comunità scientifica italiana, spesso vittima della ‘fuga dei cervelli’. E se Carrozza spiega che “lamentiamo spesso, e purtroppo a ragione, le molte difficoltà nelle quali si dibatte la ricerca italiana, dalla scarsità di risorse umane e finanziarie alla burocratizzazione”, la rettrice de La Sapienza chiede che l’Italia si impegni “sempre di più a valorizzare le sue eccellenze, che esistono e devono essere messe in condizione di lavorare al meglio”. A chiudere il discorso è lo stesso premio Nobel, che nell’Aula Magna della Sapienza sottolinea: “Sta cambiando qualcosa in Italia per la scienza, ma spero che nella prossima finanziaria questo cambiamento venga in qualche modo implementato in maniera opportune perché al di là di quello che si può fare nei prossimi cinque anni è importante che ci siano cambiamenti strutturali in modo che il Paese diventi un Paese accogliente per i ricercatori, cosa che non è”.
Parisi è professore ordinario di Fisica Teorica alla Sapienza Università di Roma, ricercatore associato all’Infn Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dal 2018 al 2021 Presidente dell’Accademia dei Lincei, oggi vicepresidente e presidente della Classe di scienze Fisiche, Matematiche e Naturali. Nato a Roma nel 1948, Parisi ha completato i suoi studi alla Sapienza Università di Roma dove si è laureato in fisica nel 1970 sotto la guida di Nicola Cabibbo. Ha iniziato la sua carriera scientifica ai Laboratori Nazionali di Frascati dell’Infn, prima come membro del Cnr e successivamente come ricercatore dell’Infn. Durante questo periodo ha trascorso lunghi soggiorni all’estero alla Columbia University di New York, all’Institut des Hautes Etudes Scientifiques a Bures-sur-Yvettes, all’Ecole Normale Superieure di Parigi.
Nella sua carriera scientifica, Parisi ha dato molti contributi determinanti e ampiamente riconosciuti in diverse aree della fisica: in fisica delle particelle, meccanica statistica, fluidodinamica, materia condensata, supercomputer. Ha, inoltre, scritto articoli su reti neurali, sistema immunitario e movimento di gruppi di animali. È stato vincitore di due advanced grant dell’ERC European Reasearch Council, nel 2010 e nel 2016, ed è autore di oltre seicento articoli e contributi a conferenze scientifiche e di quattro libri.
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