MILANO – “Siamo costretti a chiedere la dad perchè alcune azioni promesse dal governo non sono state fatte”, dallo screening all’esercito per il testing. A denunciarlo a LaPresse è Cristina Cottarelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Roma e del Lazio. “La situazione è preoccupante e ad oggi contiamo un numero altissimo di studenti positivi al Covid, ogni scuola si aggira su 20-25 alunni positivi – ha spiegato -. Siamo preoccupati per il rientro dal punto di vista dei contagi e anche per le assenze dei docenti. Alla luce di questo, è stata fatta richiesta di alcune settimane di dad, non perché si ritiene che sia la soluzione, ma perché alcune azioni non fatte da chi avrebbe dovuto ci mette adesso davanti a un rientro con difficoltà”. Una su tutte, è quella dello screening. “Noi ci saremmo aspettati, nel momento del rientro con l’estensione dei contagi che stiamo osservando – continua Cottarelli -, uno screening capillare e a tappeto su tutti gli alunni, per far rientrare a scuola solo chi non è positivo, e questo non sta avvenendo”.
“Da qui è venuta la richiesta di alcune settimane di dad che hanno senso se verranno messe in atto azioni specifiche e adeguate, come ad esempio l’aerazione dei locali scolastici. In due anni nulla è stato fatto”, incalza. “Dal Governo non abbiamo ricevuto risposte. Sappiamo che si sostiene la didattica in presenza, che noi sosteniamo pienamente, ma se deve essere presenza come quella che ci aspettiamo, non avrà valore educativo. Siamo costretti a chiedere dad perchè alcune azioni promesse non sono state fatte: anche la promessa del commissario Figliuolo di aiuto dell’esercito per il testing e i tamponi, nel Lazio non è mai stata attuata. E questo ci lascia molta amarezza”, conclude.
(LaPresse)
