L’ex ministro Fioramonti: “Bollette alle stelle. Puntiamo tutto sulle rinnovabili”

"I pannelli solari vanno decuplicati. L“energia nucleare? Costi alti e tempi troppo lunghi”

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse Nella foto l'ex Ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti

Il governo che punta tutto sul Piano nazionale di ripresa per risolvere i problemi del Paese non riesce a dipanare la matassa del caro energia che si traduce nel caro bollette, con un appesantimento dell’economia di aziende e famiglie. A parlarne con “Cronache” è l’ex ministro all’Istruzione e alla ricerca Lorenzo Fioramonti di “Facciamo Eco” che invita il governo a intraprendere ogni strada possibile per l’indipendenza energetica dell’Italia all’insegna delle rinnovabili. Solo in questo modo sarà possibile tutelare famiglie e imprese da altri ‘choc energia’.

Il caro bollette per molte aziende e famiglie italiane è insostenibile: vista la scarsa autonomia energetica del Paese, come si poteva intervenire prima?

Ormai da mesi si discute sull’aumento del costo delle materie prime che sono fondamentali per la produzione di energie e questo si ripercuote inevitabilmente sull’economia delle aziende e delle famiglie. In Italia non si investe sul solare, non si investe sull’eolico né sulla geotermia e continuiamo a dipendere dal gas che non viene prodotto in Italia, ma in altri Paesi, molti dei quali non democratici, che vendono o non vendono gas a seconda dei propri interessi. E’ il caso per esempio della Russia di Putin o dell’Algeria e dell’Asia centrale. La nostra produzione di gas è minimale e continueremo a dipendere dai dittatori degli altri Paesi finché non inizieremo a creare noi la nostra energia.

Il Pnrr, che prevede la rivoluzione verde e la transizione ecologica, dovrebbe servire anche a questo. A che punto siamo?

Il Pnrr deve aiutare ad andare in questa direzione, ma conterrà anche investimenti per le fonti fossili. Su pressioni di altri anche l’Italia ha deciso di considerare la produzione di gas come sostenibile. Ma il problema resta a monte. Dal mio punto di vista dovremmo sfruttare al meglio quello che l’Italia offre: sole, vento e mare. Siamo indietro su tutto, dovremmo per esempio decuplicare il livello di produzione di pannelli solari, ma le aziende non investono dinanzi alla confusione del governo. Non è solo questione di inquinamento, ma di indipendenza energetica e di spesa. Mentre il costo di ogni altra fonte energetica dipende dalla fluttuazione dei mercati internazionali, ciò significa che i prezzi cambiano e aumentano, quello delle energie rinnovabili garantisce un costo fisso. Questo è un grande pregio poiché i costi dell’energia portano all’aumento dell’inflazione e di conseguenza all’aumento dei prezzi dei beni e delle spese per prodotti primari come il pane. Tutto questo incide sull’economia delle famiglie e aggrava la condizione di chi è già in difficoltà.

Quindi?

Siamo in crisi, per questo è indispensabile che il governo tiri fuori i soldi per calmierare, per sostenere aziende, famiglie e cittadini. Ma questo va fatto nell’ottica della rivoluzione ambientale con sblocco di tutti i processi che impediscono, per esempio l’installazione di pannelli solari sulle scuole. Dovremmo fare come in Israele dove i tetti di ogni condominio hanno pannelli solari termici. Se lo facessimo, tra due o tre anni saremmo sicuramente più indipendenti. Oggi chi produce energia con i pannelli solari se ne frega dell’aumento dei prezzi, chi ha un impianto geotermico se ne frega di questo problema perché non ne viene sfiorato.

Il caro energia, il caro bollette e il conseguenziale aumento dei prezzi sono fattori disincentivanti per le aziende ad investire in Italia?

Certo che disincentivano le aziende a investire. Noi siamo costantemente svantaggiati rispetto ad altri Paesi, in Francia sostengono le aziende con l’energia che posseggono. L’ Italia ha un grande vantaggio: è pieno di sole, vento e anche mare, molte turbine del futuro potrebbero essere messe sott’acqua e produrre energia nel rispetto della costa. Noi non solo siamo indietro, ma quasi restiamo sorpresi davanti alle crisi che sono inevitabili. Spero che questo choc energia serva a dare uno scossone come è già successo in passato.

Si torna a parlare di nucleare, ma su questo tema si sono espressi a più riprese non solo i governi, ma anche i cittadini che hanno detto no. Qual è la sua posizione?

L’energia nucleare ha costi enormi, nessun privato investe, lo fa solo il pubblico proprio perché costa tanto. Non è la soluzione poiché i tempi sono troppo lunghi e invece la crisi è oggi. Si vedrebbero i risultati nel 2050 e questo significherebbe perdere la guerra. Io come ministro ho investito sulla ricerca relativa alla fusione nucleare per energia davvero pulita che non produca scorie, visto che ancora dobbiamo smaltire quelle vecchie. L’energia nucleare pulita può essere una risorsa, ma dobbiamo essere chiari: non è la soluzione per la sfida climatica ed energetica.

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