ROMA – “Serve un nuovo modello di sviluppo”. Questo il leitmotiv che ha accompagnato il 72esimo anniversario della Uil, celebrato questa mattina all’Acquario romano. “La pandemia e le difficoltà che stiamo attraversando impongono una scelta”, ha detto il segretario generale del sindacato di via Lucullo. Una scelta ampia, europea, che passi attraverso il superamento di vecchi strumenti per crearne di nuovi, più adatti alle mutate contingenze e alle diverse necessità delle persone. Bisogna andare oltre “il Patto di Stabilità”, ha sottolineato infatti il leader Uil, puntando invece sul “rifinanziamento del Next generation Ue” e su programmi come “Sure Transition, che grazie ai fondi europei dia modo di intervenire e sostenere la popolazione per permettere ai lavoratori e alle lavoratrici di affrontare la crisi che deriva dai costi della transizione energetica”, ha spiegato Bombardieri. Obiettivo: il cambiamento del “futuro del nostro Paese e delle nostre generazioni, ponendo un’attenzione diversa sulla politica sociale e sulle persone. Facciamolo in pace e con l’obiettivo dello sviluppo”.
Il tema della transizione si intreccia dunque profondamente con il tema della giustizia sociale, ma non può ignorare il tragico perpetuarsi del conflitto russo-ucraino. Il sindacato – che partecipa alla manifestazione odierna per la pace a Roma – ha più volte ribadito la ferma condanna nei confronti di quella che Bombardieri, con la bandiera dell’Ucraina appuntata al petto, ha definito senza mezzi termini “un’aggressione”. Una posizione che non lascia spazio ad interpretazioni fumose: “la responsabilità è chiara”, ha sottolineato infatti il leader della Uil. Quindi avanti con le sanzioni, con gli aiuti umanitari e anche con gli aiuti militari. Anche “i partigiani italiani probabilmente non sarebbero stati in grado di vincere e di combattere i fascisti se qualcuno non li avesse aiutati”, ha sottolineato.
Insieme a Bombardieri, sono intervenuti i segretari generali dei sindacati europei: Carlos Silva, di UGT-P dal Portogallo, la belga Marie-Hélène Ska del CSC e Bèatrice Lestic, del francese CFDT e Luca Visentini, segretario generale della confederazione europea (Ces). Insieme, hanno affrontato le sfide all’ordine del giorno: la tutela del lavoro a fronte degli strascichi della pandemia e di una nuova crisi che incombe, la necessità di costruire un modello di sviluppo comune che metta al centro le persone, garantendo una transizione equa e capace di costruire un’Europa nuova, quali saranno le scelte in Europa sulle politiche energetiche ma soprattutto quali saranno le scelte per raggiungere al più presto la pace.
In particolare, Visentini, dopo aver ribadito che “non ci può essere neutralismo quando un paese viene aggredito da una potenza straniera, regime autoritario e illiberale, che vuole conquistarlo per trasformarlo in dittatura”, ha sottolineato come l’esplosione del conflitto abbia scompaginato le strategie, imponendone una necessaria revisione alla luce delle mutate contingenze. In cima ala lista delle cose da fare, Visentini non ha dubbi, c’è l’assistenza umanitaria: “aiutare gli ucraini in Ucraina ma anche i suoi rifugiati”, cambiando “le regole sull’immigrazione e l’asilo in Ue”. In questo senso, già l’attivazione della direttiva per la protezione dei rifugiati ha reso più semplice attivare i meccanismi di tutela. Soprattutto però, bisogna pensare a come difendersi dalle conseguenze delle sanzioni. Se infatti queste ultime sono “sacrosante”, e anzi “andrebbero aumentate”, l’impatto su imprese, famiglia e lavoro potrebbe essere potenzialmente “devastante”. Proseguendo con le sanzioni infatti non solo “le tariffe dell’energia esploderanno” ma soprattutto il blocco degli scambi commerciali con la Russia metterà in serio pericolo molti settori della nostra economia, che rischiano di “essere falcidiati”, con conseguenze nefaste anche sul fronte occupazionale. Per questo motivo il sindacato ha chiesto alla Commissione europea di introdurre misure di emergenza immediate per abbattere le tariffe sull’energia con un “Fondo Europeo per il calmieramento delle tariffe e una sorta di Sure per posti di lavoro a rischio. Dobbiamo rinnovare – ha ribadito Visentini – lo sforzo per far fronte anche a questa emergenza”.
Un approccio dunque centrato sulle persone, soprattutto un approccio “di riflessione”, per capire l’effettiva portata delle nuove sfide che attendono il sindacato, e in generale l’Europa. “Noi continuiamo a sostenere – ha ricordato ancora una volta Bombardieri – che è la pace a dover determinare le scelte economiche e non le scelte economiche a determinare la pace”.
di Martina Regis