Ucraina, Gentiloni: “Impatto su Ue non insignificante, agire insieme come col Covid”

Foto Virginia Mayo / AP in foto Paolo Gentiloni

BRUXELLES – Le sanzioni avranno un impatto sulla nostra economia ma “possiamo ridurre questo impatto se reagiamo con forza come abbiamo fatto durante la crisi del Covid”. Non nascondono certo ottimismo le parole del commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, che avverte i paesi Ue, i cittadini e le imprese da sicure conseguenze del conflitto e delle sanzioni europee.

Un impatto economico che riguarda l’aumento dei prezzi dell’energia, i problemi con le materie prime, l’inflazione, i costi aggiuntivi sui bilanci dei diversi paesi per le spese sull’energia e la crisi dei rifugiati avranno certamente un effetto di rallentamento sulle previsioni di crescita”, ha spiegato l’ex premier che definisce “non più realistica” la previsione di crescita del 4% per l’Ue per quest’anno. “Non sarà un impatto insignificante”, avverte, ma può essere affrontato così come può essere evitato il rischio di stagflazione (stagnazione e inflazione) “se reagiamo fortemente insieme”.

Servirà una “mitigazione” per il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, ma in ogni caso “è il prezzo che si deve pagare per difendere la libertà”. Dello stesso avviso è il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, secondo cui “gli effetti economici di questa guerra in tutta Europa non sono paragonabili alla sofferenza umana di milioni di ucraini al momento, ma dobbiamo riconoscere che ci sarà un costo per l’area dell’euro”. Insomma, le istituzioni di Bruxelles si trovano ancora una volta, dopo l’emergenza Covid, nella situazione eccezionale di prendere misure senza precedenti, introdurre nuovi strumenti e sospenderne di vecchi.

“L’incertezza totale nella quale siamo dal punto di vista economico di fronte a questa guerra rende l’idea che tornare semplicemente alle regole precedenti un’idea irrealistica”, ha affermato Gentiloni. Ma il dibattito sulla nuova governance economica si intreccia con la necessità di prorogare oltre 2022 la clausola di salvaguardia, quella che ha sospeso il Patto di Stabilità. “Data l’attuale incertezza” l’Eurogruppo ha deciso che rivaluterà “la sua prevista disattivazione nel 2023 sulla base delle previsioni di primavera” che saranno presentate a metà maggio.

Il lavoro sulla riforma delle regole fiscali va avanti, contrariamente a quanto si poteva pensare subito dopo lo scoppio del conflitto, e la Commissione presenterà la sua proposta prima della pausa estiva. Anche se per il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, questo “non è ancora il tempo giusto per decidere”. Lo stesso ministro, prima di arrivare alla riunione, non ha escluso l’ipotesi di embargo alla Russia sull’energia “ma dobbiamo considerare seriamente quali mezzi mettono pressione a Putin e quali potrebbero nuocere di più a noi. Dal mio punto di vista il divieto non avrebbe effetto sulla situazione corrente in Ucraina”, ha rimarcato.

Intanto, l’organismo che riunisce i ministri delle Finanze dell’Eurozona ha deciso, nelle linee guida di bilancio 2023, di chiedere di tornare alla normalizzazione e differenziazione delle politiche fiscali dal prossimo anno, specificando “l’opportunità” di intraprendere “aggiustamenti di bilancio graduali dal 2023 ai paesi con alto debito”. La sostenibilità del debito è “di eccezionale importanza” per l’Eurogruppo, e la riduzione “può essere significativa se abbiamo una crescita significativa”, ha precisato Gentiloni. “L’obiettivo – ha ribadito – dovrebbe essere quello, in un modo molto graduale, realistico e che non uccida la crescita”.(LaPresse)

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