MILANO – Era il 10 luglio 2019 quando Inter e Milan annunciavano, con un comunicato congiunto, di aver presentato all’amministrazione comunale di Milano il progetto di fattibilità per un nuovo stadio al posto dell’attuale San Siro. Sono passati esattamente 1000 giorni ma il sogno dei due club meneghini di dotarsi di un nuovo impianto moderno e funzionale si sta impantanando nelle solite pastoie burocratiche che rendono difficile in Italia qualsiasi iniziativa di questo tipo. Inizialmente l’obiettivo era di inaugurare il nuovo impianto per il 2023, in tempo anche per le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina, e invece lo scoppio della pandemia di Covid, gli scontri con il sindaco Sala, il Comune e con i comitati di quartiere, hanno per ora bloccato ogni discorso tanto che Inter e Milan stanno iniziando seriamente a pensare di abbandonare l’area di San Siro e traslocare fuori città. L’area individuata sarebbe nel comune di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano.
Lo hanno ribadito oggi il presidente del Milan Paolo Scaroni e l’ad dell’Inter Alessandro Antonello, i responsabili del dossier stadio per i due club, nel corso di Tutti Convocati su Radio24. “Inter e Milan hanno la stessa visione perchè hanno la stessa ambizione di giocare un ruolo di primo piano nel calcio europeo, lo stadio è il primo ingrediente per il successo, lo pensano anche i nostri tifosi”, ha dichiarato Scaroni. “Capisco i nostalgici, ma che Milano non si doti di uno stadio capace di essere concorrente in Europa lo trovo incredibile”, ha aggiunto. “Mi aspettavo fossimo più celeri soprattutto qui a Milano che è una città del fare, così non è stato, ma il nostro Paese lo conosciamo, siamo bravi a perdere occasioni perchè la burocrazia ci frena”, ha detto ancora Scaroni. “Non l’ho mai visto diventare un progetto per Milano, della politica milanese, ma lo si pensa come una cosa per i club. Invece è in progetto bello per la nostra città”, ha sottolineato con amarezza il numero 1 rossonero.
Sulla stessa lunghezza d’onda Antonello, che ha ricordato come “siamo partiti con tanto entusiasmo ma il sistema Italia non aiuta, in particolare sulle infrastrutture sportive, nonostante la legge sugli stadi abbia delle tappe delineate, i tempi si sono prolungati oltre il dovuto”. “Non voglio capirla tanto la politica di Milano, sono un uomo d’impresa. Vogliamo seguire le regole che però dovrebbero essere accompagnate da tempi certi di esecuzione. Dopo mille giorni siamo ancora qui ad attendere l’approvazione di un progetto”, ha aggiunto l’ad nerazzurro. Quindi il messaggio inviato ancora al sindaco Beppe Sala. “San Siro è iconico perchè ci hanno giocato Inter e Milan, non di per sè. Se le due squadre andassero a giocare da un’altra parte, con il tempo, diventerebbe altrettanto iconica quest’altra parte”, ha detto Scaroni. “Ci stiamo guardando intorno anche fuori Milano e andremo a sposare il progetto con i tempi di realizzazione più brevi”, ha aggiunto. “Bisogna sempre avere un piano alternativo se quello principale non si riesce a realizzare. Guardiamo in maniera concreta a tutte le opzioni. In altri paesi dopo 1000 giorni l’opera sarebbe già in stato avanzato o conclusa”, ha rimarcato Antonello.
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