Incidenti sul lavoro, i sindacati chiedono più controlli: fermi a 50 anni fa

Un mondo del lavoro fermo a 50 anni fa, con aziende sempre più destrutturate e con sempre meno dipendenti, che puntano a recuperare nel minor tempo possibile le perdite provocate dal Covid e dalla guerra in Ucraina.

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MILANO– Un mondo del lavoro fermo a 50 anni fa, con aziende sempre più destrutturate e con sempre meno dipendenti, che puntano a recuperare nel minor tempo possibile le perdite provocate dal Covid e dalla guerra in Ucraina. Anche a scapito della sicurezza dei lavoratori.

É questo il ritratto a tinte fosche tracciato da Cgil, Cisl e Uil, di fronte alla catena costante di gravi incidenti morti sul lavoro, la cui frequenza si è perfino accentuata nei primi mesi del 2022.

Il problema degli incidenti sul lavoro è un problema ancora dolorosamente aperto, fa notare il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. “È assurdo – dice – che, nonostante la possibilità di ripresa, si muoia ancora come 50 anni fa. È un grande tema su cui insisteremo e chiederemo altri investimenti”.

Anche per il segretario confederale della Cisl Angelo Colombini è inaccettabile che la ripresa e l’incremento produttivo siano sinonimo di un incremento di infortuni e morti bianche. “È un binomio dalla drammaticità ciclica – denuncia Colombini – che non può più essere tollerato”. Le risorse economiche del Pnrr hanno dato nuovo impulso all’economia italiana, ma “la crescita degli accadimenti mortali sul lavoro – fa notare Colombini – confermata non solo dai dati pubblicati dall’Inail, ma dalla quotidiana triste cronaca, non può essere il prezzo da pagare per una ripartenza degna di essere considerata tale”.

Di aziende che vogliono recuperare ad ogni costo “le perdite” del Covid e della guerra in Ucraina parla anche il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che insiste sulla “necessità di assumere altri ispettori e di favorire le ispezioni sul lavoro”.

Se la catena di lutti, molto frequenti in settori come l’edilizia, i trasporti, non si fermerà i sindacati sono pronti a dare battaglia. Lo assicura il neo eletto segretario della Fiom, Michele De Palma. “Dove si determinano infortuni la Fiom fermerà la produzione in quegli stabilimenti e ci costituiremo parte civile in tutti i processi”, dice.

Tra le proposte condivise da tutti i sindacati, anche quella di estendere la “patente a punti” per le imprese sul lavoro non solo all’edilizia o ai settori più colpiti, ma ad un’ampia gamma di attività.

Il cuore dell’azione che i sindacati chiedono al governo, con cui in mattinata c’è stato un incontro, però, riguarda i controlli e la prevenzione. “In Italia ci sono 4 milioni di aziende e se noi dividessimo il numero di ispettori attualmente in servizio per quello delle aziende, ognuna di esse potrebbe essere soggetta a verifica circa ogni 15 anni. Servono più ispezioni – riassume Bombardieri – più ispettori e occorre rafforzare le strutture che si occupano di questi controlli”, oltre ad una maggiore attenzione nel promuovere la cultura sicurezza non solo in azienda ma anche in scuole e università.

LaPresse

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