NAPOLI – Specie animali e vegetali in pericolo, la cui scomparsa minaccia la vita sulla Terra. Tre decenni fa gli habitat naturali stavano scomparendo dal panorama europeo ad un ritmo allarmante, l’Europa aveva già perso la metà delle terre umide e quasi tre quarti delle sue dune di sabbia e brughiere a causa di una combinazione di consumo di suolo, sviluppo delle infrastrutture, inquinamento e proliferazione urbana. E’ il bilancio che emerge dal nuovo rapporto di Legambiente sullo stato di salute delle specie viventi, sui principali fattori di rischio e sulle strategie da adottare per far fronte alla perdita della diversità biologica. Il nuovo dossier di Legambiente Biodiversità a rischio, fornisce una profonda analisi dello stato di salute della biodiversità nel mondo e in Italia, mette a fuoco diversi progetti Life Natura che si sono distinti per aver migliorato e ripristinato lo stato di conservazione di diverse tipologie di habitat, specie animali e vegetali presenti nei siti della rete Natura 2000.
I NUMERI
Tra il 2000 e il 2018 quasi 150 razze di bestiame sono andate perdute. Più di 580 specie acquatiche utilizzate per la produzione alimentare mondiale provengono dall’acquacoltura: tra queste solo 10 specie rappresentano la metà della produzione totale. Stessa pressione subiscono 9 delle 200 piante usate per la produzione alimentare mondiale, le quali da sole coprono il 66% di tutta la produzione agricola. Quasi un terzo degli stock ittici è sovra-sfruttato e più della metà ha raggiunto il limite sostenibile.
CLIMA
Già oggi la temperatura è cresciuta di 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali, ciò significa che il riscaldamento nel Mediterraneo è del 20% più veloce rispetto alla media del Pianeta. Le potenziali conseguenze potranno riguardare l’accelerazione del fenomeno di desertificazione con la conseguente impossibilità di continuare alcune colture. In soli due decenni, 250 milioni di persone soffriranno di povertà idrica a causa della siccità.
HABITAT E INQUINAMENTO
Una delle principali minacce per la conservazione della biodiversità mondiale è l’alterazione degli habitat, partendo dalla frammentazione sino a giungerne alla completa perdita, in quanto questa rende difficile l’adeguarsi per le specie che vi vivono. Attività umane dannose come l’inquinamento da agricoltura e industria, l’eccesso di estrazione e l’energia idroelettrica hanno degradato e inquinato la maggior parte dei fiumi, laghi e acque costiere d’Europa al punto da non essere in grado di sostenere adeguatamente la fauna selvatica e fornire servizi vitali come protezione dalle inondazioni.
SOVRA SFRUTTAMENTO
Conservare la biodiversità vuol dire anche usare in maniera sostenibile ciò di cui disponiamo. Per vivere in un ambiente sano e prospero è necessario gestire le risorse naturali in modo sostenibile, basando la crescita su un’economia circolare senza sprechi.
SPECIE ALIENE INVASIVE
Tra le principali cause di perdita della biodiversità, in Italia e nel mondo, troviamo le specie aliene e invasive, vale a dire quelle specie originarie di altre regioni geografiche introdotte volontariamente o accidentalmente dall’uomo sul territorio nazionale. In Italia si stima siano state introdotte oltre 3.500 specie , mentre in Europa sono presenti oltre 14mila specie aliene, delle quali approssimativamente il 10-15% è ritenuto invasivo.
I PROGETTI
Tra i principali progetti italiani di successo il Grillaio del Mediterraneo, anfibi e farfalle, le orchidee spontanee non coltivate, i fiori appenninici c, ma anche il camoscio appenninico al centro di Life Cornata, poi il lupo per arrivare alla tartaruga marina Caretta caretta. Alcune di queste specie sono state salvate dall’estinzione come ad esempio il Grillaio, il camoscio appenninico, alcune orchidee spontanee mentre altre hanno visto un miglioramento del loro stato di conservazione come ad esempio il Lupo, anche se rimane ancora a rischio a causa dei conflitti con gli allevatori e il bracconaggio.
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