Caserta, balneari pronti a chiudere i lidi

Il vertice con il governo è un flop, i titolari rischiano il disastro e promettono battaglia

CASERTA – Le organizzazioni degli imprenditori balneari dovevano recarsi a Roma per incontrare alcuni parlamentari e discutere del problema delle concessioni. La riunione è stata rinviata ad altra data. A quanto pare, il Governo non sembra intenzionato ad appoggiare alcuna proroga circa la messa a gara delle concessioni balneari, anche se il ministro del Turismo Massimo Garavaglia sarebbe stato favorevole a tale eventualità.


Tra i balneari aumenta la preoccupazione per le sorti della loro attività. Gli imprenditori non investono e si attendono le decisioni da Roma: le concessioni potrebbero essere messe a gara dopo il 2023. Il referente del Sindacato italiano balneari Marcello Giocondo ha commentato: “Il Governo dovrebbe prendere atto che non si sarà pronti per mettere a gara le concessioni che interessano 7mila chilometri di costa. Paghiamo lo scotto di anni di inefficienza e immobilismo a tutti i livelli istituzionali. Ma l’Europa ha legato il Pnrr alle riforme. Siamo impreparati anche se il Paese è nel mezzo del Mediterraneo, in una posizione strategica. Il piano spiaggia è assente. Eppure siamo stati i primi a dare vita agli stabilimenti già nel 1850 in Versilia”. Giocondo inoltre lancia una provocazione: “Dobbiamo chiudere gli stabilimenti, senza avere paura, prima che lo decidano le istituzioni. Dovranno poi spiegare alle famiglie come faranno ad andare al mare, in spiagge senza servizi e attrezzature. Ci siamo inventati il lavoro. Senza di noi non ci sarebbero Mondragone, Castelvolturno e Baia Domizia”.

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