BOLOGNA – A distanza di quasi 38 anni, una nuova perizia è stata affidata sui resti della bomba che il 2 agosto del 1980 fece una strage alla stazione di Bologna. A disporla è stata la Corte di assise nel processo verso Gilberto Cavallini, accusato di concorso nell’attentato. L’accertamento avrà il compito di stabilire quale furono i tipi di esplosivi usati e se l’ordigno aveva un temporizzatore di tipo chimico o se si trattava di un timer elettrico. Questo per scoprire la provenienza degli esplosivi e quanto tempo ha avuto a disposizione per allontanarsi dopo aver piazzato la bomba.