NAPOLI – Si stava dirigendo verso la sua automobile che aveva lasciato ore prima nel parcheggio della stazione marittima, com’è solita fare sempre. Era già buio da un pezzo e la donna, agente di polizia in servizio al commissariato Decumani, non sapeva ancora che di lì a breve avrebbe vissuto una disavventura che non dimenticherà mai. Questione di destini che si incrociano, frazioni di secondi e di esistenze lontane che vanno a incastrarsi dando vita a una storia dell’orrore. Quand’è giunta a pochi metri dalla vettura, all’interno del varco Pisacane, la giovane poliziotta è stata aggredita da un’ombra nel buio. Un uomo le si è scagliato addosso tentando di violentarla. Per riuscire nel suo intento, l’aggressore, il 23enne Josim Matubbar, residente a Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, ma originario del Bangladesh, le ha lanciato un sasso contro la testa, quindi l’ha assalita, provando a strangolarla con l’obiettivo di immobilizzarla e abusare del suo corpo. Ma la poliziotta non si è persa d’animo ed è riuscita a lanciare l’allarme ai colleghi del 113, che nel giro di pochi istanti hanno fatto convergere le Volanti nella zona. Gli agenti si sono immediatamente recati in soccorso alla vittima che ha fornito un identikit dettagliato del suo aggressore indicandone la direzione di fuga. Gli operatori, in base alla descrizione, hanno in pochi minuti individuato e bloccato l’aggressore in via Duomo identificandolo per Matubbar, 23enne bengalese con precedenti di polizia e irregolare sul territorio nazionale, e lo hanno arrestato per tentato omicidio e violenza sessuale. Una vicenda agghiacciante che certifica la pesante ondata di violenza che ha investito la città. La poliziotta è stata poi trasferita in ospedale. Le ferite sul corpo andranno via nel giro di pochi giorni. Quelle sull’anima sono destinate a durare in eterno. E’ in stato di choc, fanno sapere i colleghi di via Medina, dove ieri si respirava un clima pesante.
Ci sono zone in cui guardarsi intorno con insistenza non è mai eccessivo. Ci sono strade, viuzze, piazze, in cui la prudenza non è mai troppa. Il porto rientra in questa categoria di luoghi per certi versi ‘maledetti’. Quanto accaduto all’agente di polizia ieri notte riporta alla mente un episodio avvenuto lo scorso 26 marzo in via Ponte della Maddalena. Qui una 31enne di Aversa rischiò di essere stuprata da un extracomunitario di 51 anni, un senza fissa dimora proveniente dal Marocco. Erano le 13 e la ragazza camminava nei pressi della statua di San Gennaro, l’omaggio del quartiere al santo che bloccò la lava del Vesuvio durante l’eruzione del 1631. Di sacro e miracoloso, in quella vicenda, non ci fu nulla. Per fortuna, la 31enne di Aversa non era da sola in strada. Un gruppo di operai intervenne giusto in tempo, poi l’arrivo sul posto dei carabinieri che ammanettarono il violento chiudendo, di fatto, un incubo che per la vittima durò un’eternità. Dalle indagini emerse che l’extracomunitario la scaraventò a terra, bloccandole le mani, per poi abbassarsi i pantaloni. Fu subito messa in moto la macchina delle indagini e i carabinieri del nucleo radiomobile rintracciano lo stupratore in piazza Guglielmo Pepe. Fu immediatamente portato in caserma. I militari lo salvarono dal linciaggio: la folla stava per aggredirlo mentre veniva caricato nella ‘gazzella’.
Annalisa Cimino (Siulp Napoli): “Più garanzie alle forze dell’ordine”
Rabbia, indignazione, dolore e solidarietà. Perché quando avvengono episodi del genere, ci si rende conto che la violenza è sempre dietro l’angolo e fin troppo vicina alla vita di ognuno di noi e di chi ci circonda. Numerosi i commenti che si sono susseguiti da quando, in mattinata, la Questura ha diffuso la notizia della vicenda choc accaduta nella notte. “Questo tragico evento ci lascia sgomenti e ci induce a lanciare un ennesimo grido di allarme a tutte le istituzioni coinvolte affinché si faccia qualcosa in concreto per garantire maggiore sicurezza ai cittadini tutti di questa città”, ha affermato il segretario generale del Siulp Napoli Annalisa Cimino. “In particolare però il Siulp, in questo momento, esprime la propria solidarietà alla nostra collega non trascurando la rapidità con cui le volanti hanno assicurato il reo alle maglie della giustizia e chiede una punizione esemplare”, ha aggiunto.
“Questo ennesimo episodio di violenza – ha proseguito la Cimino – ci spinge a chiedere ai futuri organi istituzionali politici a livello nazionale di provvedere con urgenza a revisionare le politiche immigratorie e la sicurezza urbana, intervenendo sul sistema normativo che disciplina l’operare delle forze dell’ordine garantendo a noi poliziotti di poter attuare protocolli operativi certi e scevri da giudizi di responsabilità che molto spesso le pongono in una condizione di quasi impotenza. Il sistema di videosorveglianza nelle città va migliorato e implementato, ma da solo non è sufficiente a garantire condizioni di sicurezza”. “Sul territorio – ha concluso Annalisa Cimino – serve una presenza più consistente delle forze dell’ordine e un sistema penale che garantisca certezza della pena e che possa essere elemento deterrente per chi in questo Paese agisca nella convinzione di restare impunito”. In mattinata il sindaco Gaetano Manfredi ha contattato telefonicamente il questore Alessandro Giuliano per esprimere la solidarietà sua e dell’amministrazione alla polizia di Stato e all’agente aggredita, rimarcando totale impegno e disponibilità da parte del Comune per collaborare, nell’ambito delle proprie competenze, sul versante della sicurezza in città. Un argomento sempre più delicato. Ne è convinta Stella Cappelli, segretario generale vicario Fsp polizia di Stato: “L’ennesima barbarie che funesta il capoluogo, quotidianamente alla ribalta delle cronache nazionali, riporta prepotentemente sul tavolo una ‘questione sicurezza’ che tormenta la città e la sua provincia, frustrando insopportabilmente la libertà, l’incolumità e la serenità della gente, ostaggio di pericoli di ogni sorta e di delinquenti che sembrano spadroneggiare. Una questione che richiede più che mai un intervento forte, diretto e concreto, che consenta allo Stato di riaffermare la propria autorevolezza, garantendo ordine e legalità. Le istituzioni e i propri rappresentanti, ad ogni livello, sono chiamati ad adeguare senza se e senza ma le proprie scelte politiche e operative alle singolari e complesse esigenze di un contesto territoriale che richiede misure straordinarie”.
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