MILANO – “Penso che sia necessario, prima di tutto, proteggere le frontiere e uno Stato deve poter decidere chi arriva e chi non è il benvenuto nell’Ue. Questo è abbastanza facile sul confine terrestre. Lì c’è un confine fisico, si può costruire una recinzione anche in base alle necessità. È molto difficile in caso di confine marittimo, come vediamo nel Mediterraneo, nell’Egeo o nel mare turco”. Lo dice in una intervista al Corriere della Sera Manfred Weber, presidente del Ppe e capogruppo al Parlamento Ue.
Per Weber, “questa crisi tra Italia, Francia e Germania deve essere un campanello per la presidenza ceca per finalizzare l’accordo sul patto per la migrazione e l’asilo: bisogna trovare una soluzione comune”.
Dal suo punto di vista è reale una emergenza migranti nel mediterraneo, “ma anche nel resto dell’Unione europea perché i numeri sono in forte crescita. Sulla rotta del Mediterraneo abbiamo un aumento di circa l’80% rispetto ai dati dell’anno scorso e nel resto dell’Ue abbiamo ora un flusso migratorio aggiuntivo dall’Est rappresentato dai rifugiati ucraini. In tutta l’Ue c’è una situazione preoccupante. Ed è per questo che mi aspetto che l’Ue nel suo insieme trovi una risposta. Quindi non è una questione che riguarda un singolo Paese”.
“Paesi come la Francia e la Germania hanno promesso ai Paesi del Sud un programma di ricollocazione volontario. Hanno promesso che avrebbero preso in carico 8 mila rifugiati dall’Italia e da altri Paesi per aiutarli, perché sono sotto pressione essendo linea di confine. Ma solo 117 persone sono state ricollocate e di queste la Francia ne ha prese 38: sono le cifre avute dalla Commissione. Parigi e Berlino non hanno mantenuto l’impegno. Ma dovremmo mantenere le nostre promesse: questo è il punto di partenza di tutte le soluzioni europee. Invece l’Italia è stata lasciata sola negli ultimi anni e anche quest’anno. Invito Francia e Germania a mantenere la promessa”.
(LaPresse)