POLLENA TROCCHIA – Sei persone sono state arrestate per tentata estorsione dai carabinieri. La vittima è stata portata davanti al boss per quantificare il “pizzo” dopo che era stata avvisata. E’ successo il 30 dicembre scorso a un piccolo imprenditore di Cercola che ha dovuto seguire gli emissari di un 45enne di Pollena Trocchia ritenuto elemento di spicco del clan camorristico dei “De Luca-Bossa-Minichini” fino a un centro scommesse di Pollena Trocchia.
La vittima è stata accerchiata e poi spostata in un punto poco a vista del centro scommesse. Ed è proprio lì che si è concretizzata la richiesta di “pizzo” aggravata dal metodo mafioso: puntando sulla riconosciuta appartenenza al clan il 45enne ha intimato il pagamento di 500 euro subito dopo l’incontro e, poi, di 200 euro al mese.
I militari avevano sottoposto a fermo per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso un 45enne sorvegliato speciale e 4 dei suoi complici ritenuti vicini al clan “De Luca Bossa-Minichini”. Oltre al “capo” sono finiti in cella un 34enne libero vigilato e un 54enne del “Lotto zero”, un 24enne di Ponticelli e un 20enne di Cercola. Coinvolta nella vicenda anche una 34enne di Massa di Somma allora resasi irreperibile. Il gip di Nola ha convalidato i fermi dei primi 5 per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e disposto la custodia cautelare in carcere per tutti trasmettendo gli atti per competenza alla direzione distrettuale antimafia partenopea. La Dda ha poi chiesto e ottenuto un’ordinanza dal GIP di Napoli. Il 19 febbraio la donna è stata arrestata su ordinanza di custodia cautelare chiesta dalla Dda ed eseguita dai carabinieri per un’altra estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un imprenditore edile del vesuviano. Alla donna è stata notificata l’ordinanza di Custodia Cautelare riguardante i fatti di Pollena Trocchia all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere.