Mafia: sequestrati beni per 6 milioni nel settore scommesse a imprenditore trapanese

Foto Michele Nucci/LaPresse 27 Aprile 2021 Bologna, Italia - generiche archivio - nella foto: Controlli di routine e pattuglia Carabinieri in centro storico Photo Michele Nucci/LaPresse - Bologna, Italy April 27, 2021 - generic image archive - Carabinieri routine checks and patrol in the historic center

I Carabinieri di Trapani hanno dato esecuzione, ad un provvedimento di confisca di beni del valore di circa 6 milioni di euro, emesso dal Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione nei confronti di Calogero Jonn Luppino, imprenditore nel settore delle scommesse e gioco online.

Tale provvedimento, che scaturisce a seguito del sequestro beni eseguito sempre dai Carabinieri di Trapani e dal ROS nel marzo 2021, è stato notificato anche nei confronti di ulteriori 15 persone e 5 società, comunque riconducibili all’interessato, tuttora detenuto in carcere per associazione di tipo mafioso dopo l’arresto nel 2019. Luppino, in passato Consigliere Comunale di Campobello di Mazara, era stato arrestato per associazione di tipo mafioso nella cosiddetta ‘indagine Mafiabet’ che aveva permesso di monitorare la sua rapidissima ascesa imprenditoriale nel mondo delle scommesse e giochi on-line: Luppino dirigeva e controllava il settore economico dell’esercizio di giochi e scommesse affidando alcune delle relative agenzie ad altri associati mafiosi. La sua ascesa era stata favorita dagli affiliati ai mandamenti mafiosi di Castelvetrano e Mazara del Vallo che obbligavano i vari esercizi commerciali del trapanese ad installare i device delle società di Luppino, pena pesanti ritorsioni. Gli esercizi che invece accettavano il monopolio facente capo a Cosa Nostra, potevano godere della protezione dei mafiosi pronti a punire chi, tra la delinquenza comune, prendeva di mira quegli esercizi commerciali.

Così accadeva con un bar della provincia che aveva subito un furto proprio di macchinette per giochi gestite da società legate all’imprenditore mafioso. Cosa Nostra aveva individuato il responsabile del furto e, tramite il referente mafioso di quel luogo, aveva provveduto alla punizione del presunto colpevole, reo di aver danneggiato un esercizio che già aveva pagato la protezione dell’associazione mafiosa. L’ascesa di Luppino era stata sovvenzionata con cessioni di denaro ad esponenti di vertice dei mandamenti mafiosi di Mazara del Vallo e Castelvetrano, tra cui familiari del latitante Matteo Messina Denaro, nonché ad esponenti apicali dell’associazione mafiosa. I beni confiscati sono costituiti da 10 società e relativi compendi aziendali, 6 terreni, 14 rapporti bancari, 1 motoveicolo, 1 cavallo da corsa, nonché denaro contante, titoli di credito e finanche lingotti d’oro.

(LaPresse)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome