NAPOLI – Imballaggi inutili, fiori, plastica. San Valentino è ormai da decenni una delle feste simbolo del consumismo sfrenato. E’ nata come festa religiosa, a partire dal XIX secolo, si è diffuso poi lo scambio di ‘valentine’, bigliettini d’amore spesso sagomati a forma di cuore. Questa tradizione, alle origini squisitamente romantica, in seguito ha alimentato la produzione industriale e la commercializzazione su vasta scala di biglietti d’auguri dedicati alla ricorrenza. Oggi la tradizione dei biglietti amorosi è diventata secondaria rispetto allo scambio di regali, principalmente scatole di cioccolatini, mazzi di fiori o gioielli. Questa evoluzione ha trasformato San Valentino in una festa commerciale, che ha un impatto ambientale non trascurabile. Possiamo però iniziare a ripensare all’amore in maniera ecologica, partendo dalla festa degli innamorati. Ecco qualche idea.
SPUMANTE E CENA HANDMADE
Ostriche e champagne sono il simbolo della festa dell’amore, ma per il nostro Paese non è una scelta ecologica. Meglio comprare spumante italiano e preparare una cena ‘a quattro mani’ con il nostro partner portando in tavola prodotti a chilometro zero: una scelta che fa bene alle tasche e al pianeta. In tavola portiamo prodotti coltivati vicino casa per azzerare il processo della filiera produttiva, che non necessitano quindi di passaggi intermedi tra il produttore e il consumatore. Scegliendo questi alimenti si abbattono drasticamente inquinamento e sprechi, riducendo l’utilizzo dei carburanti (e le conseguenti emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera), imballaggi e costi. Senza intermediari vengono meno anche le spese di spedizione e trasporto e si favorisce l’ecosostenibilità.
CIOCCOLATO
Un recente studio condotto da ricercatori dell’Università di Manchester ha esaminato l’impronta di carbonio e in generale l’impatto ambientale del cioccolato. Sono stati valutati i processi di produzione ma anche l’imballaggio e i rifiuti che si producono per realizzare cioccolatini, barrette e monoporzioni. Secondo lo studio un chilogrammo di cioccolato richiede circa 10mila litri di acqua per la produzione ed è responsabile di emissioni comprese tra i 2.9 e i 4.2 chilogrammi di anidride carbonica. Un’impronta tutt’altro che ecologica. Il cacao inoltre è una delle maggiori cause della deforestazione in Ghana, Costa d’Avorio e negli altri Paesi dell’Africa, dalla Sierra Leone al Camerun, dove si concentra il 70% di tutta la produzione mondiale. A San Valentino optiamo per dei cioccolatini artigianali, meglio quelli senza involucri monoporzione, in modo da ridurre gli imballaggi che finiscono nella pattumiera. Oppure scegliamo del cioccolato dalla filiera del commercio equo e solidale, che tiene conto dell’impatto sulle popolazioni indigene e sull’ambiente.
NO ALLE ROSE ROSSE
Un mazzo di fiori è il regalo più gettonato a San Valentino, e quasi tutti scelgono le rose rosse per il proprio amato. Una ricerca pubblicata dalla Scientific American dimostra che ogni anno 100 milioni di rose rosse coltivate in occasione di San Valentino producono 9mila tonnellate di CO2. Il problema principale è causato dal fatto che questi fiori, richiestissimi tutto l’anno e soprattutto il 14 febbraio, vengono prodotti principalmente in America, quindi i costi ambientali del trasporto sono altissimi. Cosa possiamo fare per tagliare l’impronta ecologica? Comprare fiori a chilometro zero e di stagione. Quando andiamo da fioraio stiamo attenti alla stagionalità dei fiori per contrastare l’uso di agenti chimici che danneggiano l’ambiente e evitare il trasporto da altre zone del mondo. Tra i fiori del periodo troviamo viole del pensiero, viole cornute e violette odorose che sono in fiore durante tutto l’inverno. Poi ci sono gli anemoni fiori perenni appartenenti alla famiglia dei ranuncoli, che cominciano a fiorire a febbraio. Infine c’è la calendula che rappresenta le pene d’amore, ed è indicata per chi vuole riconquistare la propria partner. Per una scelta green compriamo una pianta, che può essere curata e tenuta in casa per anni e non finisce nella pattumiera dopo qualche giorno.
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