Gli ospedali gettano la spugna, per le ambulanze ore da incubo

NAPOLI – L’emergenza 118 nel giro di poche ore è diventata totale. Il Cardarelli ha chiesto ancora una volta alla centrale delle ambulanze di limitare il più possibile gli accessi al pronto soccorso, ancora una volta al limite della capacità di accoglienza. Altri ospedali del capoluogo partenopeo, invece, hanno alzato direttamente bandiera bianca. Non ci sono posti, non ci sono disponibilità per fornire servizi di primissimo e urgentissimo soccorso. Niente di niente.

Per il 118 è un momento davvero da incubo. Dalla zona ospedaliera al centro storico, dalle strutture pubbliche, alle strutture private, niente da fare: trovare anche una barella libera è un’impresa. Con il rischio che i malati finiscono per essere costretti a restare per ore in barella, o all’interno delle stesse ambulanze. Che non sono di certo infinite e quindi il servizio si ingolfa rapidamente e inevitabilmente. “Ho chiesto da tempo una commissione sanità sulle disfunzioni ormai gravissime del nostro sistema sanitario, specialmente per ciò che concerne la chiusura dei pronto soccorso mai riaperti al Centro storico di Napoli.

Finalmente giovedì, dopo le tante pressioni della sottoscritta, ci sarà un’audizione delle sigle sindacali con l’ascolto dei dirigenti. Mentre ormai da mesi assistiamo al tracollo continuo del servizio pubblico specialmente in ambito sanitario, per il governatore De Luca – ha commentato la consigliera regionale Marì Muscarà – queste sarebbero solo polemiche: la sanità campana, solo per lui, sta facendo miracoli. Gli unici a fare miracoli sono quei medici e quel poco di personale sanitario campano rimasto sul nostro territorio, lavorando il triplo rispetto alle altre regioni, quanto reggeranno? Intanto per le nostre ambulanze è un’impresa trovare posti negli ospedali”. Il governatore Vincenzo De Luca scarica le responsabilità sulle scelte della politica romana, dopo aver promesso miracoli mai avvenuti per anni. Domani se ne parlerà in Regione. Ormai la situazione è al punto di non ritorno.

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