NAPOLI – L’idea di liste comuni alle Europee fra Azione e Italia viva si allontana sempre di più con le ultime mosse dei due partiti. Ieri in Parlamento i renziani hanno votato la risoluzione della maggioranza sul Pnrr, confermando il dialogo aperto con Giorgia Meloni.
E Carlo Calenda critica queste aperture e, in Campania, si rifugia da Vincenzo De Luca, peraltro facendo arrabbiare parecchi attivisti che si sono sentiti scavalcati dalla mossa del leader nazionale: un malumore che emerge anche dai gruppi social degli attivisti campani. Fra le iniziative estemporanee del leader figura anche il sostegno – espresso, manco a dirlo, sui social – alla candidatura alle Europee di Marco Cappato. E non va certo in direzione contraria a De Luca la presa di posizione del partito di Calenda sulla vicenda delle surroghe all’Ato Napoli 3: il governatore è il primo a lanciare strali contro il Pd in casi del genere.
Il primo affondo
Già nei giorni scorsi il responsabile regionale di Azione Giuseppe Sommese aveva duramente attaccato il Pd sulle scelte non condivise con gli alleati e aveva rivendicato l’importanza dei partiti moderati per la maggioranza in Regione. Dopo l’esito del voto di lunedì all’Ato, Sommese è tornato all’attacco: i candidati imposti dai dem non sono piaciuti e così, fra i Comuni di seconda fascia, l’ha spuntata la candidata del centrodestra, Parisi di Poggiomarino. “Il Pd non ci ha coinvolti – ha dichiarato ieri Sommese – e questo è il risultato. E’ la dimostrazione che il centrosinistra non riesce a vincere senza i moderati”.
Le surroghe
All’Ato si è proceduto a surrogare due rappresentanti di Comuni membri: Pasquale Raimo per San Vitaliano e Claudio Ferone, di Tufino ma in quota a Marigliano, rispettivamente in fascia B e C. Il Pd, senza un confronto con gli alleati, ha presentato in lista il vicesindaco di San Vitaliano e un assessore di un Comune della Costiera. Sommese ha quindi chiesto “un cambio radicale di atteggiamento da parte del Pd”, che deve dimostrare “più rispetto per gli alleati, oggi più che mai indispensabili”. Le lotte interne del Pd si ripercuotono sugli alleati: i dem sono in “perenne conflitto tra loro, stanno dando vita ad una spartizione irrispettosa delle istituzioni” e “si continuano ad ignorare Sindaci e amministratori, i veri protagonisti delle scelte di governo del territorio, i quali dovrebbero accettare di votare pacchetti chiusi e preconfezionati altrove”. Un appello che è caduto nel vuoto: resta da vedere se ci sarà un riavvicinamento, anche se l’alleanza in Regione non è in discussione.
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