NAPOLI – Ieri il pianeta ha celebrato il World Pasta Day che si celebra ogni anno il 25 ottobre. La manifestazione arrivata alla 25esima edizione, è ideata e curata dai pastai di Unione Italiana Food e IPO (International Pasta Organization), celebra il piatto simbolo della cucina italiana raccontando una delle icone di una buona e sana alimentazione a livello globale. La Giornata mondiale della pasta è l’occasione per riflettere sul futuro di questo alimento, all’insegna della sostenibilità.
Pasta più ‘verde’
La pasta è un alimento ‘green’. Secondo il rapporto di sostenibilità Aidepi, il settore pastaio ha avviato un percorso di responsabilità che ha visto la diminuzione del 20% dei consumi di acqua e del 21% di emissioni di CO2 equivalente. Oggi l’impronta ecologica di una porzione di pasta di 80 grammi è minima, pari ad appena 150 grammi di CO2 equivalenti. Mentre un pastificio per produrre un chilo di pasta usa non più di 3 litri d’acqua.
PIATTI ANTISPRECO
La pasta è ecologica anche perché si presta benissimo al riutilizzo in cucina. Le ricette antispreco sono infinite, la tradizione campana offre spunti straordinari. La frittata di pasta, è infatti uno dei simboli della cucina popolare partenopea. Per prepararla possiamo usare la pasta avanzata, in modo da tagliare lo spreco alimentare e risparmiare anche economicamente sulla spesa. Oltre alla frittata di pasta, possiamo usare in egual modo la pasta avanzata come ingrediente base per torte salate e timballi. Il segreto è sfruttare ciò che abbiamo già in dispensa. Infine possiamo realizzare una pizza fatta di pasta. Per prepararla bisogna unire gli avanzi al parmigiano grattugiato, e poi aggiungere pepe e basilico. Il composto va versato in una teglia con un po’ d’olio, una volta livellato va condita la superficie con cubetti di mozzarella, pomodorini, olive e acciughe. La “finta” pizza va cotta in forno a 200 gradi per una decina di minuti.
COTTURA PASSIVA
Un piatto di pasta green passa necessariamente per il metodo di cottura che utilizziamo per prepararlo. Uno studio scientifico promosso dai Pastai italiani di Unione Italiana Food ha calcolato l’impatto ambientale della cottura della pasta e il risparmio, energetico, di emissioni di CO2 equivalente e di acqua, derivante da tre piccoli accorgimenti alla portata di tutti: tenere il coperchio sulla pentola quando si porta l’acqua ad ebollizione, usare la giusta quantità di acqua e spegnere il fuoco prima del tempo. La ricerca ha calcolato l’energia necessaria per cuocere 200 grammi di pasta in modo convenzionale (a pentola scoperta e con la proporzione di un litro d’acqua ogni 100 grammi di pasta) e quanto potremmo risparmiare, in energia, emissioni e acqua. Usare il coperchio durante la fase di ebollizione non solo accelera i tempi, ma fa risparmiare fino al 6% di energia ed emissioni di CO2 equivalente. Cuocere la pasta con 700 millilitri di acqua invece del classico litro per 100 grammi, oltre a far risparmiare il 30% di acqua, fa risparmiare il 13% di energia ed emissioni di CO2 equivalente. Infine, è utilissima la cottura passiva: dopo i primi 2 minuti di cottura tradizionale, la pasta cuoce in modo indiretto, a fuoco spento e con coperchio per non disperdere calore.
PACKAGING
Secondo l’ultimo rapporto di sostenibilità di Aidepi anche per la realizzazione del packaging del il pacco di pasta le conseguenze sull’ambiente nel tempo sono ridotte: la trasformazione industriale, compresa anche la molitura, si attesta al di sotto del 15% delle emissioni di CO2. Anche la distribuzione si ritaglia una quota minima (4%) dell’impronta carbonica del pacco di pasta. Negli ultimi anni c’è poi un’attenzione particolare nella scelta dei materiali delle confezioni utilizzate per la vendita della pasta. Carta e cartone sono sempre più diffusi, stanno lentamente scomparendo gli imballaggi misti, con l’aggiunta della plastica. Inoltre, nel settore della pasta fresca si stanno diffondendo i vassoi biodegradabili e compostabili. Un’ulteriore spinta verso la svolta ecologica.
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