Brucellosi, parlamentari in fuga

Niente casertani fra i relatori dell’emendamento al decreto agricoltura che dà al commissario un ruolo attivo per i programmi vaccinali

CASERTA (Sergio Olmo) – Non solo il coordinamento e il monitoraggio delle azioni di contrasto alla brucellosi bufalina, ma anche un ruolo attivo nella promozione e nella supervisione dei piani di autocontrollo aziendale e dei programmi vaccinali. Lo prevede l’emendamento all’articolo 8 del decreto agricoltura, quello che istituisce il commissario straordinario nazionale per il contrasto e l’eradicazione delle infezioni bufaline, bovine, ovine e caprine, passato nelle scorse ore a Palazzo Madama con 99 voti a favore, 59 contrari e 1 astenuto.
A proporre e a farsi approvare questa sorta di ampliamento delle funzioni commissariali ci hanno pensato i senatori forzisti Mario Occhiuto, Adriano Paroli e Roberto Rosso, nessuno campano. Il primo è infatti calabrese, il secondo lombardo e il terzo piemontese.
L’articolo 8 del Decreto Agricoltura del 16 maggio scorso, come si ricorderà, aveva istituito la figura e la struttura del Commissario straordinario nazionale per l’eradicazione della brucellosi bufalina, bovina, ovina e caprina, nonché della tubercolosi bovina e bufalina, consentendo a questi di poter designare un sub-commissario ed adottare intanto provvedimenti urgenti da comunicare tempestivamente alle autorità regionali. L’emendamento che di fatto aggiunge e dettaglia compiti specifici per il Commissario rinvia comunque ad azioni che andranno messe in campo “in conformità a quanto previsto dalla normativa nazionale e dell’Unione europea”.

Da notare, anche se non particolarmente dirimente rispetto alle finalità della battaglia condotta dagli allevatori bufalini casertani, che il vecchio testo non portava alcun riferimento ai piani di autocontrollo (principio escluso dal fallimentare Piano regionale fortemente voluto dal governatore Vincenzo De Luca) e alle campagne vaccinali.

Un segnale politico positivo, dunque, che tuttavia risulterebbe ancora ben lontano dal soddisfare le storiche richieste degli allevatori casertani che in 10 anni si sono visti abbattere, per sospetta infezione, oltre 140mila bufale delle quali poco più dell’1 per cento è risultato poi effettivamente infetto alle indagini post mortem. All’appello mancherebbero passaggi fondamentali del noto Ordine del giorno promosso dalla senatrice di Fratelli d’Italia Giovanna Petrenga, primo firmatario il presidente della commissione agricoltura di Palazzo Madama Luca De Carlo, sottoscritto da tutti i senatori meloniani campani ed approvato, con il parere favorevole del governo di Giorgia Meloni, all’unanimità dell’Aula. Tra questi, la previsione di nuovi piani per l’eradicazione delle infezioni bufaline (brucellosi e tubercolosi) su base provinciale e approvati dai ministeri della Salute e dell’Agricoltura. Nulla sulla rigorosa attuazione delle norme europee che distinguono i casi sospetti da quelli confermati e relative procedure e conseguenze. Nulla sul tavolo permanente di verifica e monitoraggio del rispetto delle norme europee. Nemmeno un cenno sull’opportunità di garantire un rigorosissimo tracciamento del latte bufalino destinato alla produzione dell’oro bianco, la mozzarella di bufala campana Dop, vero e proprio brand mondiale delle eccellenze campane.

E se da un lato il pessimismo sembrerebbe farla da padrone tra il mondo allevatoriale, deluso per la portata limitata del decreto e i tempi lunghi per la sua attuazione, dall’altro non manca chi, come la battagliera consigliera regionale indipendente Maria Muscarà, fa notare come, in fin dei conti, “a nessuno dei parlamentari campani di maggioranza sia venuto in mente di migliorare quel testo”.
“Tanto presenzialismo e poi quando sarebbe davvero stato il caso di intervenire, nonostante sia chiaro a tutti che questo decreto non renderà giustizia a nessuno, tutti defilati. C’è aria di consociativismo – aggiunge la consigliera del gruppo misto – ed il silenzio di De Luca, che quando si prospettò il commissariamento della Campania promise fuoco e fiamme, è più che sospetto: ci saremmo aspettati che imbracciasse il lanciafiamme e invece nulla. Centrodestra silente, governatore pure. Qualcosa non torna”.

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