“Simona Molinari Quintet” a VomeroSuona: teatro Acacia, giovedì 12 dicembre 2024 alle ore 21.45
Simona Molinari è nata a Napoli, ma è cresciuta a L’Aquila, dove si trasferì con la famiglia da bambina, si è avvicinata alla musica sin da giovanissima, iniziando a studiare canto all’età di otto anni. Ha studiato musica leggera, jazz e musica classica, ottenendo il diploma al conservatorio Alfredo Casella dell’Aquila.
Dopo alcuni anni trascorsi cantando nei piano bar italiani, nel 2006 partecipa al Premio 25 aprile, ottenendo il riconoscimento come Miglior cantante. Nel 2007 inizia a collaborare con il produttore Carlo Avarello, dando corso a un progetto rivolto al jazz-pop. Nello stesso anno esordisce anche in campo teatrale, collaborando ad alcuni progetti firmati dal compositore e autore Davide Cavuti con protagonisti gli attori Michele Placido, Edoardo Siravo e Caterina Vertova. Inoltre, nel 2007 è interprete della versione italiana del musical “Jekyll & Hyde”, il cui cast include anche Giò Di Tonno.
Nel dicembre 2008 si aggiudica la vittoria del concorso Sanremolab, ottenendo così la partecipazione al Festival di Sanremo 2009. Il brano con il quale gareggia è “Egocentrica”, che nel corso della terza serata viene interpretato in duetto con Ornella Vanoni. La canzone diventa il singolo di debutto di Simona Molinari e viene inserita nell’album “Egocentrica”, pubblicato nel 2001.
Simona Molinari ha collaborato con numerosi artisti di fama internazionale, tra cui Andrea Bocelli, Al Jarreau, ha cantato nei migliori teatri italiani e internazionali, dal Blue Note di New York al teatro Estrada di Mosca, ha partecipato al Festival di Sanremo due volte in gara e due volte come ospite.
Oltre ad aver scritto e composto gran parte della sua discografia, ha firmato e interpretato la sigla de “I delitti del Barlume”, utilizzata a partire dal 2013, anno in cui la serie ha debuttato su Sky Cinema, la canzone, intitolata “Fidati di me”, scritta dalla stessa Molinari, è diventata un elemento distintivo della serie. Un brano molto riuscito, con un arrangiamento nel quale riecheggiano citazioni che rimandano direttamente a Dizzy Gillespie.
Interessante – vi invitiamo all’ ascolto – è “Romeo è Giulietta”, brano scritto da Simona Molinari più recentemente, e inserito all’ interno dell’ ultimo film di Giovanni Veronesi, nel quale accompagna i titoli di coda.
Ha vinto due Targhe Tenco come miglior interprete per i dischi “Petali” (2022) e “Hasta siempre Mercedes” (2024). Da sempre impegnata socialmente, ha partecipato a numerosi eventi e concerti benefici, tra cui “Amiche per l’Abruzzo” nel 2009, concerto evento allo stadio San Siro di Milano per raccogliere fondi a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto dell’Aquila.
Nella tappa napoletana sarà affiancata da: Claudio Filippini, pianoforte e tastiera, un ottimo pianista di Pescara, che irruppe giovanissimo sulla scena jazz italiana, vincendo la sua prima borsa di studio per il Columbia College of Music di Chicago, oggi musicista di grande esperienza, insegna pianoforte jazz presso il Conservatorio di Musica “Luisa D’Annunzio” di Pescara, e vanta collaborazioni con Wynton Marsalis e Dee Dee Bridgewater.
Alle chitarre Egidio Marchitelli, musicista versatile che alterna esperienze sia nell’ambito pop – Teresa De Sio, Nina Zilli – che in ambito jazz, dove ha collaborato anche con il fisarmonicista Antonello Salis, e con il trombettista Fabrizio Bosso.
Al basso elettrico Nicola Di Camillo, anche lui abruzzese, garantisce alla formazione un supporto ritmico che pesca nelle sue esperienze sia in ambito jazz, che in quelle pop/rock.
Alla batteria Fabio Colella, musicista formatosi con Fabrizio Sferra e Ettore Mancini, che vanta collaborazioni italiane e internazionali, tra le quali spicca quella con il mai troppo ricordato chitarrista Franco Cerri
In questo ambito crediamo sia importante sottolineare anche il lavoro dell’ingegnere del suono Stefano Del Vecchio, figura di riferimento in questo ambito in Italia, co-fondatore della scuola di musica Icarus a L’Aquila, insieme a Graziano Santucci.
In occasione del concerto napoletano, ne abbiamo approfittato per fare qualche domanda a Simona Molinari.
Come ha incontrato il jazz?
Avevo cominciato a studiare musica classica perché quando io ero bambina l’unica scuola riconosciuta era quella classica, ma un giorno ricevetti 5 dischi jazz che divorai, uno più bello di un altro. Tra questi un disco di Ella Fitzgerald in particolare e mi si aprì davanti un mondo incantato.
Una parte della storia e dell’ evoluzione del jazz è basato sulla struttura e sulla “forma canzone”: jazz e canzone un binomio fondamentale, quali sono stati i suoi riferimenti in questo ambito?
Sicuramente Ella Fitzgerald è stata la prima, poi ho Amato Billie holiday, Cab Calloway, Nat King Cole, Nina Simone…e infine, più da grande Chet Baker.
Come ha scoperto, e cosa l’ha portata a indagare l’arte di Mercedes Sosa?
Mercedes Sosa è arrivata di recente a ispirarmi, è stato un incontro quasi casuale ma inevitabile. Io cercavo un senso nuovo, volevo fare qualcosa in più con la mia voce, il mio vissuto e la mia storia. Mi vengono in mente le parole di David Foster Wallace:
“”La grossa distinzione fra grande arte e arte mediocre si nasconde nello scopo da cui è mosso il cuore di quell’arte, nei fini che si è proposta la coscienza che sta dietro il testo. E qui in qualche modo c’entra l’amore. La disciplina che ti permette di far parlare la parte di te che ama, invece di quella che vuole soltanto essere amata. Mi sembra che una delle cose in cui riescono gli scrittori davvero grandi sia “donare” qualcosa al lettore. Quando il lettore si allontana dalla vera opera d’arte pesa di più di quando si è avvicinato. É più ricco.”
Che tipo di repertorio porterà al teatro Acacia di Napoli?
Porto uno spettacolo che racconta i tempi “densi” della vita…quello dei sogni, dell’innamoramento, della passione, dei tradimenti, del disincanto, dell’amore, per poi arrivare a indagare il senso di questo tempo che ci viene dato.
Tre artisti che consiglia di ascoltare alle giovani generazioni
Mi vengono in mente tre progetti giovani di cantautrici italiane che trovo molto interessanti, che non per forza hanno un chiaro legame col jazz ma che di sicuro raccontano dei mondi ben precisi: Anna Castiglia, Daniela Pes, Greta Zuccoli, ma ne aggiungo un’altra, Giulia Mei.