Concorrenza illecita nel business delle onoranze funebri a Mondragone, tre condanne

48

MONDRAGONE – Quattro anni di reclusione a testa: è la condanna disposta per i fratelli Erminio e Livio Sperlongano e per Tommaso Capizzi, imprenditori del settore delle onoranze funebri. Assolto, invece, Luigi Affinito, figlio di Vittorio. Gli imputati, soci della Eden srl, azienda che negli anni scorsi era finita nel mirino degli investigatori in relazione a un presunto episodio estorsivo che vedeva coinvolto, come vittima, l’uomo d’affari Giancarlo Pagliaro.

Giancarlo Pagliaro, stando alla ricostruzione dell’accusa, fu dapprima avvertito e successivamente minacciato in relazione alla sua intenzione di aprire una nuova società di onoranze funebri sul territorio – la San Rocco srl – che sarebbe diventata concorrente proprio della Eden srl, Per tale vicenda venne condannato nel 2013 dal Tribunale di Napoli Michele Pagliaro, anch’egli socio della Eden srl, individuato inizialmente quale unico responsabile dei fatti contestati.

Nel 2018, la Dda di Napoli riaprì il fascicolo, iscrivendo nel registro degli indagati tutti i soci della Eden srl, ritenuti alla pari di Michele Pagliaro, contestando loro a vario titolo i reati di minacce e concorrenza illecita – aggravati dal metodo mafioso – consumati, sostiene la Procura di Napoli, ai danni del legale rappresentante della società San Rocco srl.

Perché venne riaperto il fascicolo? Michele Pagliaro, tornato in libertà, dopo essere stato estromesso dalla società Eden, presentò una denuncia sostenendo che, in merito alle pressioni sulla San Rocco, erano d’accordo con lui anche gli altri soci, che in realtà non erano mai emersi nel corso dell’attività investigativa condotta dai carabinieri. La denuncia, supportata anche dalla testimonianza di Giancarlo Pagliaro, che ha connesso alle minacce subite pure agli altri imputati, ha portato al verdetto di colpevolezza.

Il Tribunale di S. Maria C.V., prima sezione collegio B, presieduto dal giudice Sergio Enea, dopo una lunga camera di consiglio, ha letto il dispositivo di sentenza che ha visto condannati tre dei quattro imputati (Affinito è stato riconosciuto innocente perché non si occupava della gestione della società). Contro tale verdetto gli avvocati, una volta lette le motivazioni, sono pronti a rivolgersi alla Corte d’appello. Gli imputati sono da considerare innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome