Rappresaglie nelle palazzine-bunker di Ponticelli. L’auto incendiata a Luigi Aulisio

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bomba a Ponticelli
Bomba a Ponticelli

NAPOLI – Il clima che si respira nelle palazzine a Ponticelli è quello di una vera e propria guerra. Pochi giorni fa un ordigno ha devastato l’auto di Luigi Aulisio, noto come Alì, ritenuto dagli investigatori vicino al clan Casella. La sua Audi A3, parcheggiata in via Luigi Franciosa, è stata completamente distrutta dalle fiamme dopo una violenta deflagrazione, udita chiaramente dai residenti all’alba. Gli abitanti hanno allertato le forze dell’ordine. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e gli agenti del commissariato Ponticelli. In risposta a questo evento, polizia e carabinieri hanno intensificato i controlli mirati, anche in borghese, non solo in via Luigi Franciosa. L’obiettivo è chiaro: presidiare le aree a rischio e contenere l’escalation di violenza in un quartiere dove lo Stato fa fatica a imporsi.

Il fronte nemico dei Bodo è vasto e comprende i De Luca Bossa, i Minichini, i Casella, i D’Amico, i Reale-Rinaldi e gli Aprea. Nonostante siano usciti vincitori dall’ultima faida, i De Micco-De Martino temono di perdere il controllo di alcune zone, spingendoli a un affondo nelle roccaforti avversarie come il rione De Gasperi e il Parco Conocal.

Oggi, le strade in queste zone sono pattugliate da ‘batterie di centauri’, in un evidente tentativo di sorvegliare il territorio militarmente. Se ne sono accorti tutti, residenti e forze dell’ordine. Tanto che il prefetto è intervenuto, istituendo una zona rossa, per presidiare l’area. Di più. La faida può espandersi da un momento all’altro, seguendo le alleanze dei clan. I ‘Bodo’ possono contare sull’appoggio dei Mazzarella di San Giovanni a Teduccio, pronti a intervenire in caso di necessità, se la situazione dovesse sfuggire di mano. Negli ultimi giorni la pressione dei Bodo è stata pesante: alcuni esponenti dei D’Amico hanno lasciato le palazzine del Conocal, dopo un’escalation di attacchi. I Bodo hanno lanciato un ultimatum chiaro: devono lasciare il Conocal.

Secondo gli inquirenti, questa mossa è preventiva, per impedire una riorganizzazione dei rivali. In sostanza stanno facendo terra bruciata intorno ai nemici: qualunque ‘sconfinamento’ viene bloccato sul nascere. E’ anche un modo per lanciare un messaggio ai rivali: qui fuori ora ci siamo noi.

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