Faida per la droga a Frattamaggiore. Lotta aperta tra i Mormile-Cristiano e i Pezzella-Orefice, colpiti dall’omicidio Vitale

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Michele Orefice ed Andrea Fortunato

FRATTAMAGGIORE – A Frattamaggiore la guerra tra clan per il controllo delle piazze di spaccio si fa sempre più violenta e sanguinosa. Da tempo la faida tra i Pezzella-Orefice e i Mormile-Cristiano domina il territorio che comprende Frattamaggiore, Cardito e Crispano, con scontri
frequenti e azioni intimidatorie che stanno mettendo in ginocchio la zona. Dopo le cosiddette stese di marzo, una serie di raid armati che avevano spinto gli Orefice sempre più alle strette, la situazione è precipitata con l’omicidio di Antonio Vitale, 56 anni, ucciso martedì mattina in via Vecellio con colpi di pistola. La vittima, un uomo con un passato segnato da rapine, è rimasto invischiato nelle dinamiche criminali del territorio attraverso la sua famiglia, che gestisce alcune delle piazze di spaccio per conto degli Orefice.

L’agguato che ha portato alla morte di Vitale rappresenta un chiaro segnale di escalation nella faida che ormai dilania l’area da mesi. Non si
tratta solo di un regolamento di conti isolato ma di un tassello di una guerra di potere tra due gruppi che si contendono il controllo delle attività illecite sul territorio. Le autorità, impegnate a ricostruire la dinamica dell’omicidio e a individuare i responsabili, si trovano a dover affrontare una rete complessa di alleanze e rivalità che rende difficile qualsiasi intervento efficace. L’area nord dell’hinterland partenopeo è sotto pressione da tempo, con residenti terrorizzati e attività commerciali costrette a convivere con la violenza di strada. Le stese di marzo avevano già fatto emergere la gravità della situazione con sparatorie e intimidazioni che sembravano preludere a un’escalation inevitabile. La morte di Vitale segna una nuova fase di scontro, con gli Orefice in una posizione sempre più critica e le famiglie Mormile e Cristiano pronte a sfruttare ogni occasione per consolidare il proprio dominio sulle piazze di spaccio.

Questo scenario di violenza cronica mette in evidenza quanto sia difficile per le forze dell’ordine arginare le attività criminali radicate nel
territorio, ma anche quanto sia urgente un intervento deciso a livello sociale e istituzionale per riportare sicurezza e legalità. Nel frattempo,
Frattamaggiore e i Comuni limitrofi restano teatro di una guerra senza esclusione di colpi, dove ogni vittima rappresenta un dramma umano e un campanello d’allarme per tutta la comunità.

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