Scampia, gli Amato-Pagano si riorganizzano. Affiliati minorenni reclutati sui social

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Raffaele Amato e Rosaria Pagano

NAPOLI – Nel cuore di Scampia, tra le vele abbattute e quelle ancora in piedi, si muove silenziosa ma determinata una nuova generazione criminale. Il clan Amato-Pagano, storico protagonista della faida di camorra che ha insanguinato Napoli nei primi anni Duemila, si riorganizza puntando tutto su una strategia moderna e inquietante. A guidare il rinnovamento non sono solo armi e droga, ma anche i social network, diventati strumenti essenziali per consolidare il potere e attrarre nuove leve. Instagram e TikTok sono le nuove piazze virtuali dove il clan mette in mostra il proprio prestigio. Orologi d’oro, automobili di lusso, barche ormeggiate nei porti più esclusivi: immagini studiate per colpire la fantasia di adolescenti cresciuti tra povertà e desiderio di riscatto facile.

Il messaggio è chiaro e diretto, rivolto a chi cerca una scorciatoia per sentirsi importante. Non si tratta solo di ostentazione, ma di una precisa strategia di reclutamento. Gli investigatori parlano di una vera e propria riorganizzazione del clan, capace di estendere i suoi tentacoli ben oltre i confini di Scampia. Secondigliano, Melito e Mugnano sono solo alcune delle aree dove si registrano movimenti riconducibili alla cosca. In queste zone i giovani vengono adescati attraverso i social, avvicinati con promesse di denaro e potere, e poi avviati a una carriera criminale che inizia sempre più presto.

I minorenni non sono più solo spettatori. Vengono coinvolti direttamente nelle attività illecite, impiegati nelle piazze di spaccio e utilizzati per compiere estorsioni. Gli affiliati li portano con sé durante le incursioni nei negozi, li istruiscono passo dopo passo, li abituano a non avere
paura. Non si tratta di semplici corrieri o vedette, ma di apprendisti camorristi, addestrati per diventare operativi in tempi rapidi. Gli investigatori leggono in questa dinamica un segno dei tempi, una forma di modernizzazione del clan che fa leva sulla vulnerabilità dei giovanissimi.

La criminalità organizzata si adatta, si trasforma, cambia linguaggio e strumenti. E lo fa con una lucidità che mette i brividi.
Non più solo pizzo e traffico di droga, ma anche una comunicazione studiata per sedurre. Il profilo Instagram di un affiliato può fare più proseliti di un’intera rete di contatti sul territorio. Le immagini di vita apparentemente dorata parlano ai ragazzi delle periferie più di mille parole. Lì dove lo Stato arretra o fatica ad arrivare, la camorra si insinua con facilità, offrendo modelli vincenti anche se costruiti sull’illegalità. Il fenomeno allarma le forze dell’ordine, che da tempo monitorano l’uso dei social come strumento di propaganda criminale.

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