SANTA MARIA CAPUA VETERE – Ancora un episodio di cronaca nera scuote le mura della casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, dove nella notte tra domenica e lunedì un uomo è stato intercettato e arrestato dalla polizia penitenziaria mentre tentava di introdursi all’interno della struttura carceraria per consegnare telefoni cellulari ai detenuti. Un’azione mirata, pianificata con cura, che però è stata neutralizzata grazie alla prontezza degli agenti e alla stretta collaborazione con la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, ormai da tempo in prima linea nel contrasto alle attività illecite che ruotano attorno all’istituto penitenziario. Il fatto si è consumato nelle ore notturne, quando l’uomo ha forzato la recinzione esterna della casa circondariale e si è introdotto in una zona sottoposta a divieto assoluto di accesso. Un’area soggetta a rigido controllo, definita “invalicabile” secondo le misure di sicurezza in vigore.
Pochi metri dopo aver oltrepassato il limite, però, è stato intercettato e bloccato dagli uomini della polizia penitenziaria in servizio, già allertati da precedenti segnalazioni. Nel corso dell’intervento, l’uomo è stato trovato in possesso di più telefoni cellulari, destinati presumibilmente ad alcuni detenuti dell’istituto. Le indagini successive hanno accertato che il materiale sequestrato era sta- to preparato per essere distribuito all’interno della struttura carceraria. L’uomo è stato quindi tratto in arresto in flagranza per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti – sono ancora in corso accertamenti per escludere il trasporto di droga – e per violazione dell’articolo
391-ter del codice penale, che punisce l’introduzione illecita di oggetti all’interno degli istituti penitenziari.
L’episodio non è un caso isolato. Appena nei giorni precedenti, precisamente il 30 giugno e il 2 luglio, erano stati registrati altri due tentativi di introduzione illecita di telefoni, droga e oggetti non consentiti. Anche in quelle occasioni, l’azione tempestiva della Polizia Penitenziaria, supportata dalla Direzione dell’Istituto e dalla Procura, aveva consentito di sventare i piani criminali. Si tratta, secondo fonti investigative, di tentativi sistematici riconducibili a una rete esterna che agisce in sinergia con soggetti all’interno del carcere. Il ripetersi degli eventi
ha fatto scattare l’allarme: nel giro di una sola settimana si sono verificati tre gravi episodi, che mettono in discussione la tenuta del sistema di sicurezza e segnalano una crescente audacia da parte di chi tenta di aggirare le regole del regime detentivo. Gli oggetti illeciti introdotti – cellulari in primis – rappresentano strumenti potenzialmente pericolosi, capaci di consentire ai detenuti di mantenere contatti con l’esterno, coordinare attività criminali o sfuggire al controllo delle autorità. Non si è fatta attendere la risposta delle autorità.
“Il risultato conseguito testimonia la piena sinergia operativa tra la Procura della Repubblica, la Direzione dell’istituto penitenziario e la sezione di polizia giudiziaria – si legge in una nota – impegnate con continuità nel presidio della legalità all’interno dell’ambiente penitenziario”.