ROMA – L’alleanza programmatica tra M5S e Lega ha dato vita alla Terza Repubblica, quella che stando ai leader Luigi Di Maio e Matteo Salvini sarà la Repubblica del cambiamento, mentre per Pd e Fi solo quella dell’inciucio. Ma se a gridare all’inciucio sono coloro che per diversi mesi hanno negato l’esistenza del patto del Nazareno, siglato dal cavaliere Silvio Berlusconi e dall’ex segretario dem Matteo Renzi, per confermarne l’esistenza solo ad alleanza conclusa, c’è da fidarsi? Probabilmente no.
Scomparsa dei partiti satellite e nuove alleanze
Le elezioni dello scorso 4 marzo hanno prodotto diversi cambiamenti. Il primo è stata la scomparsa dei cosiddetti partiti satellite. Alcuni, come Scelta Civica, Area Popolare ex Ncd e Udc hanno dato vita a un nuovo contenitore e nella lotta per la sopravvivenza sono riusciti a riportare in Parlamento solo i big, altri come il partito ‘petaloso’ dell’ex ministro Beatrice Lorenzin non hanno raggiunto la soglia di sbarramento mentre Ala, di Dennis Verdini, non ha trovato spazio all’interno della competizione elettorale. Senza i partiti satellite, il governo vedrà in maggioranza chi ha ottenuto i risultati migliori alle politiche, M5S e Lega, e all’opposizione i perdenti del Pd con gli ‘amici’ berlusconiani che hanno fatto un passo di lato per consentire la nascita del prossimo Governo, il primo della Terza Repubblica.
Il neo bipolarismo
Al di là delle dichiarazioni di intenti e di unità, del centrodestra unito si rischia di smarrire ogni traccia, Lega al governo, Fi all’opposizione con Fdi. Salvini pronto a superare il punto di non ritorno insieme a Di Maio. La loro alleanza vede già alcuni leghisti anticiparsi sulle richieste in vista delle prossime amministrative. “In caso di ballottaggio chiederemo il voto dei pentastellati”, hanno detto esponenti del carroccio. L’asse Lega- M5S può riflettersi sui territori. Lo stesso è già valso per l’asse Fi-Pd in passato. Le squadre sul campo della poitica italiana sono quattro, nessuna da sola ha la forza di imporsi e nel gioco delle alleanze emerge il neo-bipolarismo della Terza Repubblica, quello in cui i partiti più che a calcio giocano a tennis, in doppio: M5S-Lega da un lato e PD-FI dall’altro. Destinati al ruolo di riserve Fdi di Giorgia Meloni e Leu di Pietro Grasso.