ERCOLANO – Dietro l’agguato a Claudio Scognamiglio non ci sarebbe una singola ritorsione, ma una faida familiare radicata, fatta di denunce, aggressioni e tensioni crescenti tra i nuclei Scognamiglio ed Estilio. E’ quanto emerge dall’indagine condotta dai carabinieri della compagnia di Torre del Greco e della tenenza di Ercolano, culminata nell’esecuzione di cinque misure cautelari a carico di Emanuele Russo, Michele Pio Estilio, Remigio D’Antonio, Giuseppe Colantuono e Aniello Estilio. Tutti sono finiti in carcere con l’accusa di aver preso parte all’agguato. Era il 27 aprile dello scorso anno quando, secondo la ricostruzione investigativa, la vittima venne attirata in un
agguato premeditato. Il gruppo, composto dagli Estilio e da alcuni loro amici fidati, avrebbe agito con armi e pugnali, pronto a colpirlo. Scognamiglio riuscì però a fuggire, evitando per un soffio un epilogo ben più grave. La vicenda è stata ricostruita minuziosamente attraverso le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona e l’analisi dei telefoni cellulari degli indagati, che hanno permesso di delineare con chiarezza ruoli, movimenti e tempistiche. Le forze dell’ordine non escludono che a inasprire la faida possano esserci motivi legati allo spaccio di stupefacenti, considerati i precedenti di alcuni dei soggetti coinvolti.
L’ostilità tra le due famiglie non è esplosa all’improvviso. Nel tempo, si è sedimentata in una lunga scia di episodi che hanno alimentato rancori e paure. A febbraio 2023, l’auto di Scognamiglio, una Fiat Panda, venne data alle fiamme: secondo le indagini, a colpirla furono membri della famiglia Estilio. A settembre dello stesso anno, un nuovo scontro davanti alla scuola Tilgher degenerò in un violento litigio per un banale episodio tra adolescenti. Nel febbraio di quest’anno, le don- ne della famiglia Scognamiglio presentarono una querela per minacce contro alcune donne degli Estilio. A marzo, ulteriori minacce e insulti in strada.
E infine, ad aprile, l’agguato vero e proprio. La tensione tra i due gruppi era tale che Michele Pio Estilio, già sottoposto all’obbligo di firma per un altro procedimento, aveva chiesto di potersi presentare alla polizia di Portici e non ai carabinieri di Ercolano, proprio per evitare di incrociare i membri della famiglia rivale. Una richiesta che racconta, più di molte parole, il clima di conflitto permanente. Quella che inizialmente appariva come una lite tra famiglie si è così trasformata in una vera e propria faida urbana, fatta di vendette, provocazioni e
paura. Gli investigatori sottolineano che il rischio di nuove escalation è concreto e che il territorio resta sotto stretta osservazione. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa sulla base di un quadro probatorio ritenuto solido: i filmati, i messaggi, le testimonianze
raccolte e le precedenti denunce compongono una trama coerente e inquietante. I cinque arrestati sono accusati di concorso in aggressione armata e altri reati connessi.