Torino (LaPresse) – La Direzione Investigativa Antimafia di Torino ha proceduto alla confisca di beni nei confronti di Francesco Ietto, di 55 anni. E’ ritenuto affiliato al ‘locale’ di ‘ndrangheta di Natile di Careri (Rc). Ed è condannato, con sentenza passata in giudicato, a 7 anni e 4 mesi di reclusione per associazione mafiosa, nell’ambito dell’operazione ‘Crimine-Infinito’.
L’arresto al termine di una lunga indagine investigativa
Il soggetto è appartenente alla famiglia Ietto – alias Testa Grossa (operante in Calabria, in provincia di Torino e nel basso milanese). Nonostante la condanna, pur trovandosi agli arresti domiciliari, continuava a riciclare i proventi di origine illecita. Faceva ciò utilizzando numerose società a lui riconducibili. Per questo motivo è stato arrestato, nel 2015, dalla Dia di Torino, nell’ambito dell’operazione ‘Panamera’.
L’odierno decreto è stato emesso dal locale Tribunale, a seguito di indagini patrimoniali svolte dalla Direzione Investigativa Antimafia. Gli esiti sono confluiti in una proposta di misura di prevenzione personale e patrimoniale. Ad avanzarne il decreto il Direttore della Dia alla predetta Autorità giudiziaria. Questi aveva già determinato il sequestro anticipato dei citati beni.
Reinvestimento di denaro illecito tra Piemonte e Calabria
In particolare, tale attività di investigazione ha portato alla luce il reinvestimento di denaro di provenienza illecita in un contesto societario. Il tutto tra il Piemonte e la Calabria.
Tra i beni confiscati, tutti di proprietà o riconducibili a Ietto, figurano 4 società ed oltre 30 mezzi (tra camion e autovetture). Per un valore complessivo di circa un milione di euro. Con il medesimo provvedimento è stata, altresì, disposta nei suoi confronti l’applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale. La durata è stata stabilita in 3 anni.