Consumi, nel 2017 le famiglie italiane hanno speso in media 2564 euro

A rivelarlo l'Istat: +1,6% rispetto al 2016

Carrello della spesa

ROMA – Crescono, nel 2017, i consumi delle famiglie italiane. Secondo l’Istat, che ha rivleato i dati relativi allo scorso anno, la spesa media mensile è di 2565 euro. Un piccolo passo in avanti rispetto al 2016 (+1,6%), che segna un ancor più minuscolo passo verso una stabilità economica per la classe media nazionale. Per il quarto anno consecutivo, i numeri sono confortanti anche se, rispetto al 2011 (2640 euro mensili), si è ancora bel lontani da una percentuale ‘tranquilla’. Secondo l’Istituto nazionale di statistica, rimane ampio il divario fra il Nord ed il Sud per quanto riguarda il reddito, i prezzi e i comportamenti di spesa: la differenza tra il valore più elevato del Nord-ovest (2.875 euro) e quello più basso delle Isole (1.983 euro) rimane però stabile.

Circa 500 euro al mese per la spesa alimentare

Buona parte dei consumi delle famiglie italiane viene investita, ovviamente, nel cibo. E’ infatti 457 euro il denaro ivestito per la spesa alimentare mediamente al mese, un aumento del 2% rispetto all’anno precedente. Le spese per le verdure aumentano del 4,2%, quelle per frutta del 3,8: 63 euro e a 43 euro mensili. “Considerando la ripresa della dinamica inflazionistica (+1,2% nel 2017 rispetto al -0,1% del 2016, quando la spesa media mensile era salita dell’1,0%), l’incremento di spesa in termini reali subisce un rallentamento” spiega l’Istat in una nota diffusa sul prorpio sito online. Non solo alimenti, al centro dei consumi familiari anche la spesa per beni e servizi non alimentari, pari a 2.107 euro al mese.

Differenze di consumi anche fra centro e periferia

“Nei comuni centro di area metropolitana si spendono mediamente 2.829 euro, 206 euro in più rispetto ai comuni periferici delle aree metropolitane e a quelli con almeno 50mila abitanti, e 375 euro in più rispetto agli altri comuni fino a 50mila abitanti. Sono tuttavia i secondi a registrare la maggiore crescita (+4,0%)” continua l’Istat.

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