Ue: “Non si può espellere un cittadino europeo su base etnica”

Questa la risposta dell'Europa alla proposta di Salvini su un censimento delle popolazioni nomadi sul suolo italiano

Foto LaPresse - Stefano Cavicchi
Di Valentina Innocente

MILANO (LaPresse) – L’Europa guarda all’Italia ed alle sue politiche sui migranti e sui rom. “Non si può espellere un cittadino europeo su base etnica”. È questa la linea comune delle istituzioni europee alla proposta del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, di un censimento dei rom. Un portavoce della Commissione Ue, Alexander Winterstein, lascia intendere che Bruxelles abbia intenzione di prendere contatto con le autorità italiane. Il tutto, sui piani del titolare del Viminale. Sottolineando di non voler entrare nei dettagli perché la “pratica costante” della Commissione è di “non commentare dichiarazioni di altri”. Ma ricordando l’illegalità di una mossa del genere.

E fa sentire la sua voce da Parigi anche il commissario Pierre Moscovici

La premessa è d’obbligo (“interferire negli affari interni di un Paese, commentare questa o quell’altra dichiarazione scioccante o raggelante, può essere una tentazione a cui è estremamente difficile resistere, resisterò con tutte le forze”) per poi lanciare l’avvertimento. La Commissione Ue eserciterà le sue competenze con le regole di cui dispone, “in materia economica e finanziaria” ma anche per quanto riguarda lo stato di diritto. Perché “sono le nostre regole comuni e vanno rispettate da tutti”.

Dichiarazioni che hanno frenato per un momento i piani di Salvini (il censimento non è una priorità rispetto alla sicurezza, l’immigrazione, il terrorismo e la lotta alla mafia, dice) ma che hanno acceso i riflettori dell’Europa sull’Italia, nel caso in cui la questione migranti non lo avesse ancora fatto. Lo stesso Moscovici si è detto preoccupato delle “forze populiste” che governano Polonia ed Ungheria o che partecipano agli esecutivi di Austria, Slovacchia e Italia. “Esiste ancora un rischio esistenziale sul progetto europeo”, ricorda con uno sguardo alle europee dell’anno prossimo.

“Mancano ancora 11 mesi, ma abbiamo l’opportunità unica di iniziare” con il vertice Ue del 28-29 giugno e prima della riunione dell’Eurogruppo di giovedì.

“I prossimi 15 giorni sono decisivi – afferma – Possono dare speranza all’Europa e agli europei o possono immergerci nell’incertezza, nella perplessità e nelle minacce”.

Conditio sine qua non è risolvere “a livello europeo” il problema dei migranti

“Il problema dei problemi su cui si gioca il futuro dell’Europa”, secondo il presidente del Parlamento, Antonio Tajani. Unica soluzione, per garantire sicurezza ai cittadini europei, è quella della protezione delle frontiere esterne, spiega al termine di un incontro con il cancelliere austriaco Sebastian Kurz a Vienna. I due sono d’accordo nell’importanza di dare un “contributo forte per la stabilizzazione politica e sociale in Africa con “investimenti”. E soprattutto, di creare campi sotto l’egida delle Nazioni Unite. Nessun campo di concentramento, “con medici, medicine, in cui vengano rispettati i diritti umani e non ci siano violenze sulle donne”.

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