ROMA (LaPresse/AWE) – Banche. L’Accordo nazionale su politiche commerciali e organizzazione del lavoro dell’8 febbraio 2017 rappresenta un importante risultato. Soprattutto alla base di relazioni sindacali che hanno lo scopo di condividere principi e criteri di comportamento su un tema di grande attenzione. L’accordo è finalizzato a rinnovare la centralità del settore bancario. Con l’intento di rafforzare il suo fondamentale ruolo a favore dell’economia del Paese. E’ una misura che va soprattutto a tutela del risparmio, nell’interesse di famiglie, imprese e territori. E per le sue caratteristiche è stato infatti considerato un accordo di interesse non solo nazionale.
Operativo l’accordo sulle politiche commerciali
“L’Accordo è stato presentato a livello europeo nel corso dei lavori della Federazione Bancaria Europea. Ottenendo attenzione ed interesse“. E’ quanto afferma Giovanni Sabatini, il direttore generale dell’Abi.
L’Accordo prevede anche che le banche possano stringere specifici accordi aziendali/di gruppo o adeguare le intese già in essere. “Ad un primo monitoraggio risulta che le banche e i gruppi bancari che hanno proceduto in tal senso, rappresentano oltre il 75% delle persone che lavorano in banca”.
Il commento di Sabatini, direttore generale dell’Abi
“Altre aziende hanno comunque inserito specifiche previsioni all’interno di più ampi accordi aziendali. Abbiamo tenuto anche conto che per le realtà di minori dimensioni (fino a 1.500 dipendenti) l’accordo nazionale prevede un iter semplificato di attuazione. Quindi l’accordo nazionale sta registrando grande attenzione nel dialogo sindacale delle imprese bancarie. Diffondendo così i principi e le previsioni in esso contenuti in larga parte del settore“.