Tunisi (Tunisia), 3 lug. (LaPresse/AFP) – Per la prima volta, Tunisi avrà una sindaca. Souad Abderrahim, candidata dal partito islamista Ennahda, che si definisce però indipendente, è stata scelta dai nuovi consiglieri comunali ottenendo 26 voti favorevoli contro i 22 del suo principale rivale, Kamel Idir, ex responsabile locale sotto il regime di Zine el Abidine Ben Ali, candidato con il partito Nidaa Tounès. “Dedico questa vittoria a tutte le donne del mio Paese, ai giovani e alla Tunisia”, ha dichiarato Abderrahim, 53enne alla guida di un’impresa farmaceutica. È stata scelta nel secondo turno, boicottato da alcuni esponenti della destra e del centro, che si sono rifiutati di votare per qualsiasi dei due esponenti dei partiti Ennahdha e Nidaa. D’ispirazione islamista e attuale alleato di Nidaa Tounès a livello nazionale, Ennahdha era arrivato in testa in numerose località nelle municipali del 6 maggio, le prime dopo la rivoluzione del 2011. Anche a Sfax, seconda città del Paese e centro economico, a giugno è stato eletto come sindaco un esponente del partito. Nella capitale, Ennahdha era arrivato in testa ma senza maggioranza assoluta, con 21 seggi su 60, in un voto segnato fa forte astensione alimentata dalle difficoltà economiche. Su scala nazionale, sono state le liste indipendenti quelle che hanno ottenuto il maggior numero di seggi, con 2.367 eletti in 350 comuni, cioé il 32,9%.
la personalità
Apprezzata dalla base di Ennahdha, Abderrahim è da tempo alleata al partito. Ma il movimento è stato accusato di usarla per modernizzare la propria immagine. Militante durante l’università, è stata all’Assemblea costituente dal 2011 al 2014 dove si è guadagnata fama di moralizzatrice, prima di scomparire dalla scena politica sino alle municipali. La nuova sindaca rifiuta l’etichetta di “islamista”, così come il partito nel 2016 ha scelto di descriversi come “civile con riferimento islamico”, in nome della separazione tra politica e religione. La sindaca preferisce descriversi come “musulmana democratica”. Il suo “primo dossier”, ha annunciato, “sarà il miglioramento dell’estetica di Tunisi”, afflitta da un problema di lungo corso nella gestione dei rifiuti. La politica dovrà lasciare la sua impresa, come prevede la legge, per diventare la prima ‘sceicco della medina’, titolo maschile tradizionalmente dato al sindaco, che occupa una funzione speciale in alcune feste religiose. Anche altre donne sono arrivate al potere a livello locale grazie alle leggi sulla parità: secondo l’Istanza elettorale indipendente, il 47% delle persone elette è donna, di cui 573 in testa alle liste (il 29,5% del totale). Il giornale Al-Maghreb ha stimato che 52 donne saranno sindache su 269 comuni dove le elezioni sono già avvenute.