MILANO (LaPresse) – Alla fine si sono candidate tutte e tre. Milano, Cortina e Torino hanno rispettato la scadenza del 3 luglio e fatto pervenire il dossier al Coni per ospitare le Olimpiadi invernali del 2026. Sulle prime due i dubbi in realtà erano pochi. Il sindaco Dem Beppe Sala e il governatore leghista Attilio Fontana hanno fatto asse e appoggiato fin da subito la corsa. Così come grande sostenitore è il presidente veneto Luca Zaia. La sindaca pentastellata, alle prese con l’opposizione interna ricucita (solo in parte) da una visita di Di Maio a Torino, è volata a Roma per incontrare al Coni Diana Bianchedi, responsabile per le candidature, e ha fatto arrivare la documentazione in extremis.
Il capo politico dei 5 Stelle e vicepremier, così come il ministro pentastellato alle Infrastrutture, Danilo Toninelli, non hanno nascosto un endorsement per Torino
Con l’idea di dimostrare che il Movimento di governo non è ideologicamente contrario ai grandi eventi. E che sarà in grado di organizzare Giochi a basso impatto ambientale ed economico. Ciò che infatti molti attivisti contestano, appoggiati anche da consiglieri comunali, è il ‘buco’ delle Olimpiadi di Torino del 2006. Una lettura rispedita al mittente dal governatore piemontese Sergio Chiamparino, che ai tempi era primo cittadino e ha in programma un incontro, abbastanza sudato per la verità, con il sottosegretario Giorgetti. “Sosterrò con convinzione la candidatura di Torino e delle valli olimpiche in quanto forte dell’esperienza del 2006. Pressoché unanimemente ritenuta esemplare dal punto di vista del successo sportivo, della legalità, dell’utilizzo razionale delle risorse e della gestione economica”. Gestione “che, come è noto, si è conclusa con un avanzo di amministrazione sia per l’Agenzia Torino2006 che ha realizzato gli investimenti, sia per il Toroc che ha organizzato l’evento”.
Hanno buon gioco delle divisioni torinesi i due competitor del Nord
Con Zaia che a sua volta promette economie di scala in forza dei Mondiali di sci che Cortina organizzerà nel 2021. E nessuna nuova struttura permanente costruita ad hoc per l’evento. Mentre Sala si mostra sicuro che quella di Milano sia la candidatura “più forte”. E già pensa al villaggio olimpico in uno degli scali ferroviari, appoggiato dall’ad di Ferrovie, Renato Mazzoncini. La palla ora passa al Coni, col numero uno Giovanni Malagò che nei prossimi giorni incontrerà i rappresentanti di tutte e tre le candidature. Il presidente assicura: “Noi siamo completamente laici in questa partita. Non c’è nessun tipo di tendenza a favore di qualcuno”.