SIRACUSA – Soni stati arrestati con l’accusa di intestazione fittizia di beni e bancarotta fraudolenta. Tra i destinatari del provvedimento l’ex deputato della Regione Sicilia Onofrio Fratello. Con lui in manette sono finite altre sei persone.
Le indagini e gli arresti
A seguito delle indagini svolte dalle forze dell’ordine sarebbe risultato che l’ex deputato aveva operato intestazioni fittizie a prestanome di quote e cariche sociali risalenti ad alcune cooperative, tutte relative all’accoglienza migranti. Inoltre lo stesso Fratello avrebbe alienato beni e servizi di una sua società, dichiarata fallita, ad un’altra da lui costituita ed intestata proprio ad uno dei complici.
L’obiettivo
Un duplice obiettivo quello dell’azione dell’ex deputato siciliano nell’ambito di questa sua attività illegale. Da un lato, l’occultamento di proventi derivanti da questi movimenti e dall’altro, strettamente collegato al primo, evitare di comunicare le variazioni patrimoniali che sarebbero derivate da tali partecipazioni in quota.
Le accuse
Il tentativo di aggirare le disposizioni in materia patrimoniale, dunque, derivante da un precedente provvedimento. Quello del 2006 con il quale Fratello fu condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. L’operazione dei militari dell’Arma ha consentito di definire bene i ruoli di questa organizzazione e di arrivare all’identificazione e all’indagine nei confronti altre sei persone. Operazione ‘Brother’ l’hanno ribattezzata i carabinieri, rimandando proprio al principale soggetto della stessa, che ha portato all’accertamento di un ulteriore gruppo di persone coinvolte.
L’operazione
Tutte coinvolte in un’attività illecita volta a concretizzare un giro di denaro senza poter risalire agli effettivi beneficiari dei movimenti. Fratello, come detto, è stato poi ritenuto responsabile dell’alienazione di beni e servizi di una società sportiva, di cui Fratello era proprietario e dichiarata fallita nel 2015, ad altra società intestata ad uno dei complici. Anche in questo caso l’obiettivo era quello di aggirare le disposizioni in materia fallimentare. Un’attività che, tuttavia, lo ha portato ad aggravare la sua posizione essendo stato ritenuto responsabile anche di bancarotta fraudolenta.