CUNEO – Trentasei lunghissime ore, un’infinità di tempo spesa da solo nella speranza che qualcuno potesse andare a recuperarlo. Momenti di frustrazione si alternavano a istanti di fiducia. Poi una voce pronuncia il suo nome e si ritorna a guardare ‘negli occhi’ il sole. E’ salvo lo speleologo infortunatosi all’interno della Grotta della Mottera, in Alta Val Corsaglia, nel Cuneese. Dopo un intervento di oltre 36, i tecnici del soccorso alpino e speleologico nazionale – un centinaio quelli che si sono alternati nelle operazioni – lo hanno estratto dalla grotta
Il recupero dello speleologo
Ai soccorsi hanno partecipato oltre 100 tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, di cui 80 speleologi delle Delegazioni di Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Lombardia e Toscana, 20 alpini della Delegazione Mondovì e il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza. Attorno alle 6 e 30, i cento tecnici coinvolti nelle operazioni di salvataggio hanno avviato la fase due. All’uscita della cavità, infatti, gli 80 speleologi arrivati da mezza Italia e che ieri hanno formato una catena umana per accompagnare il transito della barella lungo gli stretti cunicoli della grotta, hanno consegnato lo speleologo di Garessio ai colleghi del soccorso alpino.
Trentasei ore indimenticabili
L’incubo è iniziato sabato sera, ma per fortuna stamattina sulla triste vicenda è stata scritta la parola ‘fine’. Gianluca Ghiglia, questo il nome dello speleologo 41enne, ha riportato ferite multiple. Ma il peggio ormai è alle spalle: ora si può finalmente tirare un sospiro di sollievo.