di Donatella Di Nitto
ROMA (LaPresse) – Il Colle vigila sul governo guidato da Giuseppe Conte. E il segnale arriva proprio sulla sua prima legge varata dall’esecutivo targato M5S – Lega. Sergio Mattarella promulga le misure a favore delle popolazioni del Centro Italia colpite dal terremoto. Ma accompagna il via libera con un cartellino giallo. Segnale che il capo dello Stato non starà a guardare. Anzi, dopo un normale periodo di apprendistato concesso alla nuova compagine governativa, Mattarella eserciterà la sua competenza su ogni provvedimento che arriverà sulla sua scrivania. Valutandone la costituzionalità, la copertura finanziaria e il rispetto degli articoli che la Costituzione custodisce e di cui è garante.
Con una lettera inviata proprio al premier, l’inquilino del Quirinale non si esime quindi da sottolineare con il pennarello rosso “taluni aspetti di criticità dell’articolo 7. Che, pur non costituendo una palese violazione della legittimità costituzionale, suscitano forti perplessità”. Inoltre chiede, senza mezze parole che “in tempi necessariamente brevi” vengano riportate le modifiche. A favore “di un intervento normativo idoneo a ricondurre a maggiore efficacia la disciplina in questione”. Insomma il presidente della Repubblica non fa sconti a nessuno, ciò che lo guida è sempre e comunque la Costituzione. E a dispetto di quanto riportato da alcuni organi di stampa, non ha intenzione di ‘blindare’ nessun ministro. Tantomeno convocare i presidenti delle Camere, Roberto Fico e Elisabetta Alberti Casellati, per fare quadrato attorno titolare dell’Economia, Giovanni Tria.
Uno scenario che non si addice al rigido Mattarella
Mattarella che ha sempre difeso le prerogative delle sue funzioni. E soprattutto di quelle delle altre forme dello Stato, condannato qualsiasi intromissione tra l’una e l’altra istituzione. Nello specifico della legge promulgata oggi Mattarella rileva un forte rischio di abusivismo. Visto che alcuni prefabbricati, che dovrebbero essere demoliti, hanno ricevuto l’ok da parte della legge per una proroga dei termini. Essi potrebbero invece diventare una “seconda abitazione” con “utilizzo perpetuo dell’immobile”. Altro nodo, sempre contenuto nell’articolo 7, è quello che tratta “l’inefficacia anche del sequestro preventivo”.