FABBRICHE DI CASABASCIANA – “Quel prete pedofilo qui non può stare”, si legge in cima alla raccolta firme che in questi giorni gira tra nelle mani degli abitanti di Fabbriche di Casabasciana, la piccolissima frazione in provincia di Lucca balzato al centro delle cronache nazionali per il caso di Don Paolo Glaentzer, il prete 70enne della parrocchia di San Rufignano a Sommaia (Calenzano) accusato nei giorni scorsi di violenza sessuale aggravata su una bambina di 10 anni.
Don Paolo è finito ai domiciliari ma la comunità insorge: “Va rinchiuso in una struttura della curia”
“Lo rinchiudano in una struttura della curia in attesa che sia giudicato dalla magistratura”, dicono gli abitanti della frazione di 150 anime. Le firme, una volta raccolte, saranno consegnate al vescovo di Lucca e al sindaco di Bagni di Lucca; e non si escludono anche manifestazioni di protesta. Don Paolo è stato ristretto ai domiciliari nella casa del fratello, ma a provocare sdegno e inquietudine è la distanza dell’abitazione da una scuola dell’infanzia: soltanto cinque minuti a piedi, elemento che semina panico negli abitanti.
Si è giustificato dicendo che è stata la ragazzina a prendere l’iniziativa
Durate l’interrogatorio di garanzia don Paolo, rampollo di una nobile famiglia altoatesina e figlio di un funzionario dello Ior, si è giustificato dando alla piccola la colpa di aver preso l’iniziativa; e di pensare che la bambina avesse almeno 14-15 anni, ma ha ammesso di aver avuto diversi incontri con la piccola. Le indagini comunque proseguono. La procura di Prato sta cercando di capire se la famiglia della bambina si fosse accorta delle attenzioni morbose del parroco; e in caso affermativo perché non avesse presentato denuncia.