MILANO (LaPresse) – Tv, su History lunedì ‘La minaccia delle superbombe. Il 13 Aprile del 2017, poco dopo il tramonto, la guerra moderna è cambiata per sempre. Con lo sgancio della più grande bomba non nucleare mai usata in combattimento da parte degli Stati Uniti nel distretto di Achin, nella provincia afgana di Nangarhar. Decine di terroristi dell’ISIS si erano arroccati in un sistema di grotte di montagna, gallerie e campi minati per spostarsi sul campo di battaglia e proteggersi dagli attacchi delle forze armate afgane e statunitensi.
La ‘GBU-43 Massive Ordnance Air Blast (MOAB)’, e meglio nota come ‘la Madre di tutte le Bombe’. Era l’arma giusta da usare contro quell’obiettivo, che è stato polverizzato. Basti pensare che MOAB, è programmata per detonare a un paio di metri dalla superficie. In modo che l’esplosione non venga attutita dall’impatto con il suolo, incenerisce chiunque si trovi in un raggio di 10 metri dal punto d’impatto. A 50 metri di distanza le persone soffocano istantaneamente e chi si trova invece in un raggio di 120 metri viene ustionato gravemente.
Speciale ‘La minaccia della superbombe’ su History
Lo speciale ‘La minaccia della superbombe’, targato History Now va in onda su History (407 di Sky) il 6 agosto alle 21.50. Esplora il mondo della raffinata tecnologia al servizio della guerra, così come sarà combattuta in un futuro non troppo lontano. Ripercorrendo la storia l’antenata era Daisy Cutter, usata nel Vietnam ed esplorando gli scenari di una eventuale terzo conflitto mondiale, combattuto con queste bombe a spostamento d’aria.
Cinque mesi dopo l’esplosione della MOAB sulle montagne dell’Afghanistan, sui social media hanno preso a circolare voci secondo cui i russi avrebbero sganciato in Siria la cosiddetta ‘Bomba Termobarica dell’Aviazione di Maggiore Potenza’. Essa nota come il ‘Padre di tutte le Bombe’. Un semplice guscio carico di combustibile esplosivo che risucchia ossigeno, quattro volte più potente della MOAB. 44 tonnellate di tritolo contro le 11 della MOAB, con un raggio d’impatto doppio. Siamo all’inizio di una nuova corsa agli armamenti in cui bombe non atomiche diventano capaci di devastare intere montagne e di cambiare il volto e i destini dei conflitti del futuro.