Buenos Aires (LaPresse/AFP) – La polizia argentina ha effettuato perquisizioni nelle residenze della ex presidente argentina Cristina Kirchner. Ieri il Senato ha autorizzato la revoca parziale dell’immunità chiesta dal giudice Claudio Bonadio. Nell’ambito dello scandalo di corruzione nel quale è indagata l’ex capa dello Stato. La stessa Kirchner si era detta favorevole alle perquisizioni, criticando però i metodi del magistrato, accusato di “volere fare spettacolo”.
Le polizia federale è entrata in una delle residenze nell’elegante quartiere Recoleta, nella capitale Buenos Aires. Una ventina di agenti è entrata. Mentre un cordone di sicurezza ha bloccato l’accesso al palazzo. Al di fuori del quale ci sono decine di giornalisti e cameramen.
Tanti manifestanti hanno chiesto la revoca dell’immunità per Kirchner
Decine di migliaia di persone si sono riunite ieri davanti al parlamento a Buenos Aires. Per chiedere la revoca dell’immunità parlamentare all’ex presidente argentina Cristina Kirchner, attualmente senatrice. E’ sospettata di essere coinvolta in uno scandalo di corruzione.
“Cristina in prigione”, lo slogan scandito dai manifestanti appartenenti soprattutto alla classe media, fortemente opposta all’ex presidente di sinistra.
Il Senato ha deciso se autorizzare le perquisizioni nelle numerose residenze dell’ex presidente, chieste dal giudice Claudio Bonadio, titolare dell’inchiesta conosciuta in Argentina con il nome ‘I taccuini della corruzione’. Kirchner non si è opposta all’ipotesi di perquisizioni nelle sue abitazioni. Ma ha criticato i metodi del giudice Bonadio, “che vuole fare soltanto dello spettacolo con queste perquisizioni prive di fondamento”. L’ex capo dello Stato ha chiesto che non sia ammessa la presenza di fotografi e telecamere durante le perquisizioni.
