Roma – Il piano italiano per far ruotare i porti di sbarco per i migranti non viene accolta dai partner europei. “Mi sento delusa, ho visto che l’Europa non c’è, non è presente“, ha detto il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, in conferenza stampa al termine della riunione ministeriale Ue che si è tenuta a Vienna.”Non è più possibile che l’Italia sia l’unico porto di sbarco e che si faccia carico di tutti i migranti – ha spiegato Trenta -.
A Vienna con spirito propositivo
“Bisogna creare un meccanismo di coordinamento per la scelta del porto di sbarco, fatta da soggetti di vari Paesi che decidono a rotazione. Non è l’unico meccanismo possibile anche se ci deve essere una soluzione globale del problema“.
“Ho trovato porte aperte ma anche chiuse”
Confidando di sperare che qualcosa possa ancora cambiare perché domani c’è un nuovo incontro. Da Venezia, il vicepremier Matteo Salvini ha fatto sapere che, di fonte “all’ennesimo No”, il governo valuterà se sospendere il finanziamento della missione europea Sophia, missione “che solo sulla carta è internazionale“.
Più smussata la posizione di Federica Mogherini
L’alto rappresentante per la Politica estera dell’Unione europea, ha registrato “un atteggiamento costruttivo e collaborativo”, una “forte determinazione a proseguire l’operazione Sophia”.
Continuare a lavorare assieme per trovare consenso sulle pratiche legate agli sbarchi
Consenso che evidentemente, “ancora non c’è“, anche se “tutti gli Stati membri concordano sulla responsabilità collettiva” di trovarlo. Mogherini ha sottolineato che l’operazione Sophia funziona ma rappresenta “solo una parte di una questione assai maggiore“.
“Perdere questo asset sarebbe un passo indietro per gli Stati membri e per l’Unione“
La proposta di Roma voleva introdurre una rotazione dei porti di sbarco, “in modo che non sia più solo l’Italia a farsi carico del problema“, hanno sottolineato fonti del ministero della Difesa.
Il nuovo meccanismo doveva valere per ogni evento ‘Search and Rescue’ (Sar)
L’Italia si sarebbe imposta sulla contesa con Malta, che continua a coordinare la sua area Sar, molto grande, ma poi rifiuta l’attracco nei suoi porti perché dice che Lampedusa è più vicina geograficamente. Nella proposta italiana valeva il principio Sar e non quello geografico che Malta non a caso si è rifiutata di ratificare.