PADOVA – Una conversazione tra Patrizia Impresa, ex prefetto di Padova, e Pasquale Aversa, il suo vice. Un colloquio ‘ascoltato’ dai carabinieri che indagavano sull’accoglienza dei migranti in Veneto.
Il dialogo tra i due alti funzionari, avvenuto nell’aprile dell’anno scorso, è finito nel rapporto conclusivo di inchiesta realizzata dai militari dell’Arma. A dare la notizia è stato il Mattino di Padova.
Le intercettazioni pubblicate dal Mattino di Padova
“E’ vero che ne abbiamo fatte di porcherie, per quando le potevamo fare”. A pronunciare la frase, stando agli atti dell’indagine, sarebbe stata il prefetto Impresa (non inquisita). Ad essere coinvolto nell’inchiesta, invece, è chi aveva ascoltato quelle parole, e cioè Aversa. Al vice dell’allora perfetto di Padova si contesta l’aver fornito informazioni riservata a Ecofficina, cooperativa sociale che poi ha cambiato nome in Edeco. Al centro del lavoro degli inquirenti ci sono gli appalti (milionari) gestiti dalla coop in relazione all’accoglienza migranti nel 2016. La Ecofficina sarebbe riuscita ad ottenere quei servizi grazie a presunte condotte illeciti dei suoi vertici e di alcuni impiegati personale dell’Ufficio di governo.
Ad ottobre del 2016 in un’altra conversazione Impresa, per risolvere l’emergenza sovraffollamento a San Siro di Bagnoli, avrebbe detto ad Aversa: “Anche se dobbiamo fare schifezze Pasquà… eh eh… no… schifezze… noi ci dobbiamo salvare Pasquà… perché, ti ripeto, non possiamo farci cadere una croce che”. Anche questo dialogo, come ha ricordato il Fatto, è stato pubblicato dal Mattino di Padova.
Le ‘promozioni’ per Impresa e Aversa
Aversa recentemente è stata nominata commissario a Gioia Tauro dopo lo scioglimento del comune per infiltrazione mafiose. Incarico di prestigio per il viceprefetto. Cambio di sede pure per la Impresa che da Padova è passata a guidare la prefettura di Bologna: ha sostituito Matteo Piantedosi, scelto da Salvini per svolgere il ruolo di capo di gabinetto del Viminale.