La sopravvivenza di Forza Italia dipende da Salvini

Roberto Monaldo / LaPresse in foto Antonio Tajani

MILANO – Ricompattare il centrodestra per Forza Italia è questione di sopravvivenza. Ne sono consapevoli i big del partito che prima con il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani e poi con Renato Brunetta tentano di sedurre il leader del carroccio Matteo Salvini. Il primo lo fa invitandolo a chiudere l’esperienza di governo con il M5S, il secondo promettendo di votare favorevolmente il Def laddove i ‘numeri’ saranno convincenti.

Fi perde colpi, la Lega decolla

Negli ultimi mesi il carroccio è cresciuto grazie all’ascesa di Salvini. Per contro Forza Italia ha perso smalto. Silvio Berlusconi ha lasciato campo libero a Tajani che è ben lontano dal raggiungimento dell’obiettivo di rilanciare il partito. Fi ha bisogno della Lega per non scomparire e Tajani è costretto a chiedere a Salvini di mollare i 5 Stelle. “Apra la crisi di governo, con i 5 Stelle rischia di pagare un prezzo altissimo – ha tuonato (memore delle ripercussioni che il patto del Nazareno ha avuto sia su Fi che sul Pd? ndr) – il centrodestra deve tornare unito al governo e realizzare la flat tax”. Pazienza se il centrodestra sarà a trazione leghista con il leader fermo su posizioni fortemente critiche rispetto all’Ue tanto cara a Tajani.

Salvini ‘se ne infischia’

La flat tax il vicepremier vuole realizzarla, ma non in futuro con gli azzurri, bensì adesso e con il governo pentaleghista. “Grazie ai tagli delle tasse di Trump, l’economia americana ha ripreso a crescere, alla faccia di chi predica l’austerità – scrive Salvini su Twitter –. Passo dopo passo, con la tassa unica anche in Italia, faremo ripartire la produzione, il lavoro, i consumi, il Paese”.

L’apertura di Brunetta

Se Salvini è irremovibile rispetto ad un ‘ritorno a casa’ tra le braccia del cavaliere e dei forzisti, tocca a questi braccarlo per evitare che il cordone ombelicale con Forza Italia venga tagliato definitivamente. In quest’ottica l’apertura del deputato Renato Brunetta sul Def. “I capitali scappano e la ragione è che nessuno si fida del governo populista di Lega-M5S – sostiene –. Ma se Conte e Tria anticipano la Nota di aggiornamento al Def, con numeri seri e credibili sul deficit, io, e penso tutto il mio partito, siamo disposti a dare una mano, perché FI non è mai stata per il tanto peggio tanto meglio”.  Per Brunetta, Salvini sta svolgendo bene il compito di ministro dell’Interno e lo stesso vale per il ministro dell’Economia Giovanni Tria e per quello degli Esteri Enzo Moavero. Bocciati senza possibilità di appello i pentastellati.

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