Roma, 1 set. (AWE/LaPresse) – L’ipotesi annunciata di voler introdurre “quota 100” per essere davvero utile ed efficace, non deve essere sostitutiva della conferma dell’Ape sociale. Misura che tutela i lavoratori in condizioni di grave difficoltà. Con quota 100, infatti, “questi lavoratori vedrebbero peggiorata la propria situazione. Ciò con un ritardo di accesso alle pensioni che può arrivare fino a 4 anni nel caso di disoccupati e di lavoratrici madri che dovranno attendere la pensione di vecchiaia a 67 anni”. E’ quanto emerge in uno studio della Uil su quota 100. “Ritardo, poi, che sarebbe ulteriormente aggravato dall’introduzione di requisiti elevati come l’età minima necessaria a 64 anni. O un’anzianità contributiva che non tiene pienamente conto di tutti i contributi maturati dai lavoratori. Sopratutto con un’inaccettabile penalizzazione per le donne e per le aree più deboli del Paese
ha aggiunto il segretario confederale, Domenico Proietti
Alla luce di questi dati, “quota 100”, se non attentamente studiata e precisata, non solo “non smonta la Fornero”, ma peggiora quanto di buono fatto negli ultimi due anni. Questo per reintrodurre un principio di flessibilità nel nostro sistema pensionistico”. “Per la Uil – ha sottolineato Proietti – la via maestra, se si vuole veramente continuare a cambiare la Fornero, è quella di estendere l’accesso alla pensione intorno ai 63 anni. Questo per tutti i lavoratori e per tutte le lavoratrici”.