Roma – Doveva rimanere in silenzio per due anni. O almeno così disse Matteo Renzi dopo le elezioni del 4 marzo scorso. Quel periodo di ‘esilio’ dai microfoni, in realtà, non è mai cominciato e ora sembra aver definitivamente cambiato idea: parlerà, ma da una veste tutta nuova, quella di militante e senatore del Pd.
All’ex premier non interessa la leadership
“Ho già dato” e “per due volte sono stato vittima di fuoco amico“. Con le mani libere il ‘parlamentare semplice’ decide che è ora di fare opposizione al governo, e di farla seriamente “dopo sei mesi di autoanalisi”. Infatti dà subito un assaggio di quello che ha in mente: “Abbiamo un governo di ladri, perché la Lega ha rubato i soldi degli italiani, e di bugiardi, perché Toninelli sta mentendo tutti i giorni agli italiani“.
Per l’ex premier, più che un contraltare, manca proprio l’esecutivo
“Non stanno facendo nulla, ho l’impressione che abbiano detto una cosa in campagna elettorale e adesso stiano facendo altro“. Renzi non crede alla nazionalizzazione delle autostrade, decisione presa a Palazzo Chigi dopo il crollo del Ponte Morandi: “Chi ha sbagliato deve pagare fino all’ultimo”, ribadisce, ma no a un ritorno al passato, col rischio “che le si gestiscano come succede con le buche a Roma…”.
Il senatore toscano ne ha anche per Conte
“Ci sveglieremo da questo incantesimo che porta ad accettare tutto, persino che un premier non vada al Consiglio dei ministri perché deve studiare per l’esame da ordinario all’università ‘La Sapienza’. Questa storia sta facendo il giro del mondo perché è una barzelletta“.
Sul futuro del Pd Renzi tira il freno a mano in corsa
“Non apro bocca sulle polemiche interne“, dice ad Agorà estate. “Quando ci sarà il Congresso vediamo chi vincerà“, si limita a dire l’ex segretario, rinviando al suo successore, Maurizio Martina, la domanda sul possibile cambio di nome del partito: “Chiedete al segretario“.
Indiscrezioni su possibile scissione
Sceglie poi l’ironia per replicare a chi gli chiede se sia possibile una scissione per dar vita a un progetto di nuovo partito a trazione renziana, come si legge in diverse indiscrezioni di stampa: “La mattina presto è consigliabile evitare di consumare alcolici“. Per il vicepresidente della Camera, Ettore Rosato “l’unico vero leader che ha il Pd oggi si chiama Matteo Renzi, ma il leader non deve necessariamente fare il segretario“.
I movimenti nei vertici del partito si estendono anche a livello territoriale
L’eurodeputata Simona Bonafè ha deciso infatti di annunciare la sua candidatura alla segreteria del partito toscano: “Non farò accordi, ma vorrei essere accompagnata dal meglio che saremo in grado di esprimere“, spiega su Facebook. Per ora può contare sul voto dei ‘renziani’. Anche questo è un segnale che la ‘tregua’ è finita: Renzi torna in campo.