Città del Vaticano, 4 ott. (LaPresse) – Si è già parlato di sessualità come “nostalgia di qualcosa di grande” nelle prime riunioni del Sinodo sui giovani, ma anche di credibilità della Chiesa e del perdono. Che ha chiesto e che chiede per “quando non è stata all’altezza dei propri compiti in tanti campi, a partire dagli abusi”. A dirlo, nel suo primo briefing sull’Assemblea dei vescovi che si sta confrontando in Vaticano sul tema dei giovani e la fede, è il neo prefetto della Comunicazione della Santa Sede, Paolo Ruffini. Il tema dell sessualità è stato affrontato “in maniera molto aperta e franca da molti padri sinodali”. Ha spiegato Chiara Giaccardi, collaboratrice del Segretario Speciale e docente di Sociologia alla Cattolica di Milano.
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Giaccardi ha parlato di un “riconoscimento da parte della Chiesa della mancanza di accompagnamento di questa dimensione”. “A volte – ha aggiunto Ruffini – il canale tra i giovani e la Chiesa è apparso interrotto. In questo senso si è detto che la Chiesa deve recuperare la capacità di ascolto dell’altro”. Il tema delle scuse è stato trattato non solo in chiave abusi, ma anche in quello della “non accoglienza dei migranti”: “Il momento di commozione maggiore è stato quando si è detto che i migranti sono quasi tutti giovani”, ha affermato il prefetto.