CASAL DI PRINCIPE – Nuvoletta, Schiavone e Zagaria. Benito Natale alla Dda di Napoli ha raccontato di aver avuto rapporti con tutte e tre le cosche. E proprio grazie alle sue relazioni eterogenee con il clan sarebbe venuto a conoscenze dei vari business gestiti dalla camorra: dal gioco d’azzardo, il suo punto forte, al latte.
Clan e allevatori
“Io conosco diversi allevatori”. Il pentito di Grazzanise, già condannato in Appello per associazione mafiosa, ha fatto i nomi e cognomi. Al pm Alessandro D’Alessio nel settembre del 2016 ha indicato un primo elenco di imprenditori agricoli che avrebbero avuto rapporti con i Casalesi, alcuni dei quali legati anche a caseifici che producono ingenti quantitativi di mozzarella.
Le accuse del pentito
“Vi riferirò i loro rapporti con il clan”, ha annunciato Natale. Il collaboratore di giustizia ha svelato una nuova traccia. Una pista che potrebbe dimostrare l’esistenza di un gruppo imprenditoriale forte, una sorta di cartello capace negli anni di coprirsi e sfuggire alle maglie della giustizia. Accuse potenzialmente forti quelle del collaboratore, per ora solo accennate.
Il ruolo del collaboratore Schiavone
A dare sostegno o a smontare le informazioni fornite dal pentito mazzonaro sarà Nicola Schiavone. Il figlio del capoclan è stato tirato in ballo diverse volte da Natale. Se il primogenito di Sandokan, collaboratore di giustizia dallo scorso luglio, confermerà quanto detto dal grazzanisano, l’Antimafia potrà lavorare su una tesi investigativa solida. Per ora chi ha già ratificato (almeno in parte) uno dei racconti di Natale in relazione ad un altro business caro al clan, quello dei rifiuti, è stato da Francesco Barbato, ex braccio destro di Nicola Schiavone e condannato all’ergastolo per omicidio.