ROMA – L’inchiesta interna dei carabinieri sulla morte di Stefano Cucchi va avanti. Tre carabinieri sono stati indagati per la morte del giovane detenuto morto nella notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2009. Tra gli indagati del nuovo filone c’è anche il luogotenente Massimiliano Colombo, comandante della caserma di Tor Sapienza. Giovanni Nistri, comandante generale dei carabinieri, intervistato su Radio Capital sul caso ha dichiarato l’impegno dell’Arma nel punire le eventuali responsabilità.
Le dichiarazioni di Nistri
“Ribadisco umana vicinanza e solidarietà alla famiglia Cucchi. Quei carabinieri sono stati sospesi e nel momento in cui saranno accertate le responsabilità, l’Arma prenderà le decisioni, che possono arrivare fino alla destituzione”, ha ribadito Nistri. Il comandante se da un lato conferma il suo impegno nell’accertare responsabilità, il comandante esclude che si tratti di violenza di Stato. Sarebbe da trattare come violenza esercitata dalle singole persone. “E’ stata violenza di alcuni appartenenti ad apparati dello Stato. Lo Stato non può essere chiamato responsabile dell’irresponsabilità di alcuni”, ha continuato.
Le scuse dell’Arma
“L’Arma si deve scusare, non come istituzione, ma perché alcuni suoi componenti sono venuti meno al proprio dovere anche nei confronti dell’Arma stessa”, ha spiegato. Il comandante generale ha poi precisato che collaborerà con l’autorità giudiziaria per scoprire a verità. Ci sono ancora molti dettagli da scoprire, e di questo è convinta anche la sorella del ragazzo Ilaria Cucchi. “Forse si è aperto uno spiraglio di luce: mi sembra che sia la prima volta che un militare di quelli presenti quella sera ha riferito la sua verità, che ora dovrà passare al vaglio dell’autorità giudiziaria, e noi siamo a fianco di essa”, ha concluso Nistri.