MILANO (AWE/LaPresse – Marco Valsecchi) – World Payments Report: i Paesi in sviluppo trainano i pagamenti digitali. I pagamenti digitali sono in forte crescita a livello mondiale, trainati dai mercati in via di sviluppo. Tuttavia il panorama dell’innovazione in questo ambito è incerto. Con le BigTech che fanno sentire il loro peso all’interno del settore. E le aziende tradizionali che al contempo devono affrontare la complessità tecnica e normativa legata allo sviluppo di nuove partnership con le Fintech. E’ questo il quadro restituito dal ‘World Payments Report 2018’, presentato oggi da Capgemini e Bnp Paribas.
Nello studio si stima che le transazioni digitali raggiungeranno un Cagr – cioè un tasso di crescita annuo composito – del 12,7% entro il 2021. In accelerazione rispetto all’incremento del 10,1% registrato nel periodo 2015-2016. Quando i volumi delle transazioni non in contanti hanno toccato i 482,6 miliardi. A guidare questa dinamica sono appunto i Paesi in via di sviluppo, con Russia (Cagr al 36,5%), Indica (33,2%) e Cina (25,8%) sugli scudi nel biennio di riferimento. Stabile invece il progresso dei mercati più maturi, comunque superiore al 7%.
World Payments Report: i Paesi in sviluppo trainano i pagamenti digitali
Nei prossimi cinque anni, si stima che i mercati in via di sviluppo registreranno un tasso di crescita del 21,6%. Entro il 2021, andranno inoltre a raggiungere i mercati maturi – che ora hanno una quota del 66,3% -, ospitando la metà circa delle transazioni a livello mondiale. “Data la crescente domanda di pagamenti digitali, soprattutto nei mercati in via di sviluppo, alcune banche potrebbero rivedere la loro decisione di non voler occupare un ruolo di primo piano nel nuovo ecosistema emergente dei pagamenti”, ipotizza alla luce di queste cifre Monia Ferrari, Banking Sector Director, Capgemini Business Unit Italy.
Mentre Bruno Mellado, Head of International Payments and Receivables di Bnp Paribas, porta l’attenzione sui grandi utenti, che rappresentano “una componente chiave” del settore. “Senza la loro partecipazione, i provider di servizi di pagamento stanno perdendo un’opportunità fondamentale per definire nuove offerte di transazioni bancarie, come l’aggregazione di cassa, la previsione di cassa e la tesoreria automatica”, segnala Mellado, evidenziando che “queste offerte potrebbero offrire alle tesorerie aziendali dei mezzi per andare oltre un ruolo tattico o operativo e dirigersi verso una posizione più strategica per le proprie aziende”.