BEIRUT (LaPresse/AFP) – Il gruppo estremista Stato islamico ha cacciato la coalizione di forze curde e arabe Forze democratiche siriane (Sdf) dalla sua roccaforte dell’est della Siria, uccidendo decine di combattenti. Lo ha fatto sapere l’Osservatorio siriano dei diritti umani. Un comandante delle Sdf ha confermato, a condizione d’anonimato, il ritiro dalla zona di Hajin vicino al confine iracheno.
L’isis guadagna terreno nella roccaforte est
Le Sdf, sostenute da raid aerei della coalizione a guida Usa, avevano lanciato la campagna per riprendere la roccaforte dell’Isis il 10 settembre. Hanno quindi affrontato una dura resistenza degli jihadisti, secondo l’Osservatorio.
“Nei contrattacchi da venerdì a domenica all’alba, l’Isis ha ripreso tutte le posizioni dove le Sdf erano avanzate”, ha detto il direttore dell’ong, Rami Abdel Rahman. L’Osservatorio ha anche parlato di 72 combattenti curdi e turchi uccisi, sottolineando che l’Isis ha approfittato della tempesta di sabbia che ha ostacolato i mezzi aerei e ha inviato attentatori suicidi.
Le forze democratiche siriane chiedono rinforzi
“Lanceremo una nuova campagna militare appena arriveranno rinforzi”, ha dichiarato un comandante delle Sdf. In sette settimane di scontri, secondo l’ong, oltre 300 combattenti della coalizione appoggiata dagli Usa e 500 jihadisti sono infatti rimasti uccisi.
La coalizione stima che nell’area di Hajin restino circa 2mila militanti dell’Isis. La presenza del gruppo estremista islamico si è ridotta a parti del deserto di Badia e nella zona di Hajin. Nella guerra, scoppiata poi nel 2011 con la brutale repressione delle proteste antigovernative, in Siria sono state uccise oltre 360mila persone.