Roma (LaPresse) – Parola mantenuta. Maurizio Martina si è dimesso da segretario, come promesso. Ora da cronoprogramma verrà convocata l’assemblea nazionale – “in tempi molto brevi, nei prossimi giorni”, assicura Matteo Orfini – a cui seguiranno due direzioni (la prima per eleggere la commissione congressuale e la seconda per votare il regolamento), dopo di che partirà di fatto l’iter del congresso. Nessuna sovrapposizione dell’assemblea con la riunione d’area renziana a Salsomaggiore. Se Martina caldeggia l’11 novembre Andrea Marcucci rilancia per il 17, una settimana dopo. In ogni caso, si tratta di date “compatibili tra loro, visto che noi ci incontreremo il 9 e 10”, stempera il capogruppo dei senatori Dem.
Sulla data delle primarie, il presidente dell’assemblea indica il “mese di febbraio”. Calcolando le scadenze elettorali, è probabile si tengano la terza domenica del mese, vale a dire il 17. Tra gennaio e febbraio 2019 infatti votano tre Regioni, tra le quali la Basilicata il 10. Il tentativo è di anticipare il più possibile l’inizio dell’iter per finire in tempo in vista delle elezioni Europee di maggio. La scadenza che hanno in mente i Dem è il 17 aprile quando si depositano le liste per le Europee.
Parte la “lotta” per il successore
“Siamo somma e non divisione” è il lascito di Martina al partito dopo quasi 4 mesi di segreteria, di cui la manifestazione in piazza del Popolo il 30 settembre a Roma è stato l’emblema. Tracciando un bilancio del suo mandato, il segretario scrive: “In questi mesi complessi il nostro lavoro ha aiutato a impostare il percorso. Per passare dall’opposizione all’alternativa delle forze che oggi governano pericolosamente il Paese. Siamo tornati in tanti territori. Abbiamo cercato di rilanciare l’idea di un partito fianco a fianco alle persone che vogliamo rappresentare, pensando prima di tutto a chi ha di meno e a chi sta peggio”.
Lo ringrazia Marco Minniti, che dovrebbe sciogliere la riserva il 6 novembre. “Auspico un congresso che sia occasione vera per fare un passo avanti nell’allontanare dal governo questa pericolosissima coalizione della paura”, dice quasi da candidato in pectore. Ma a chi vuole liquidare la stagione Martina va ricordato che il segretario dimissionario potrebbe decidere di ricandidarsi, diventando così il maggiore sfidante di Nicola Zingaretti e dello stesso Minniti.
Elisabetta Graziani